CATTEDRALE
DI SANTISACCO SAN PIETROBURGO
Fra la piazza dei Decabristi e la vicina piazza Sant'Isacco si
trova la Cattedrale di Sant'Isacco. La costruzione dell'attuale
chiesa, la quarta, fu affidata dallo zar Alessandro I, nel 1819,
al francese Auguste Montferrand che la terminò nel 1858.
Fra le chiese di San Pietroburgo è da tutti ritenuta, se
non la più bella, certamente la più sfarzosa. La cupola
dorata è alta 101,5 metri; 112
colonne di granito rosso, monolitiche, reggono i quattro portici;
112 colonne anche all'interno, e numerosissime statue, vetrate e
mosaici, decorazioni d'oro, di bronzo e di marmo. Misura 111,2 metri
di lunghezza e 97,6 di larghezza e può accogliere 14.000
persone. Dalla cupola si gode una splendida panoramica sulla città
e sul golfo di Finlandia.
Durante la seconda guerra mondiale San Pietroburgo subì,
da parte dei tedeschi, un memorabile assedio durato 900 giorni (oltre
600.000 morti). La città fu colpita da oltre 150.000 bombe
e granate e molti edifici, tra cui il lato ovest della Cattedrale
di SantIsacco, recano ancora evidenti i segni di quello scempio.
Riuscì a resistere fino alla liberazione avvenuta nel gennaio
1944.
E dedicata a SantIsacco di Dalmazia, che si festeggia
nello stesso giorno in cui nacque Pietro il Grande.
Di fronte alla Cattedrale di SantIsacco si trova la statua
dello zar Nicola I.
NICOLA I
Lo zar Nicola I, che sale al trono nel 1825, manca delle doti del
fratello, Alessandro I, sia sotto l'aspetto intellettuale che spirituale.
Egli vede il suo ruolo come quello di un autocrate paternalista
che deve governare il suo popolo con qualunque sistema, se necessario.
Questo atteggiamento, di tipo paternalista, dominerà tutta
la storia della Russia per il resto del secolo. Impressionato dalla
rivolta dei Decabristi, Nicola I imprigiona la società russa
in una struttura rigidamente controllata.
La polizia segreta, il
famigerato "Terzo Reparto" crea una rete di spie ed informatori;
il governo esercita la censura sulle pubblicazioni e su tutti gli
aspetti della vita pubblica e stretti controlli sul sistema educativo
. Nel 1833 il ministro dell'educazione Sergey Uvanov concepisce
un programma di autocrazia, ortodossia, nazionalismo come principale
guida del regime.
Il popolo deve mostrare lealtà all'illimitata
autorità dello Zar, alle tradizioni della Chiesa Russo-Ortodossa
e, in modo più vago, alla nazione Russa. Questi principi
non servono per guadagnare l'appoggio della popolazione mentre invece
portano alla repressione ed anche alla soppressione delle nazionalità
non russe e delle religioni diverse da quella ufficiale. Per esempio
il governo sopprime nel 1839 la Chiesa Uniate in Ucraina ed in Bielorussia.
L'enfasi
che viene posta sul tema del nazionalismo genera un dibattito interno su quale debba essere il ruolo della Russia nel mondo.
Una corrente
di pensiero, detta degli "Occidentali", ritiene che la
Russia sia arretrata e primitiva e che il progresso possa essere
ottenuto solamente attraverso una maggiore occidentalizzazione.
Un altro gruppo, quello dei Pan-Slavisti , è entusiasta di
tutto ciò che è slavo sia in campo culturale che per
quanto riguarda le tradizioni e vuole tenere lontano dalla Russia
l'Occidente e la sua cultura. Gli slavofili vedono nella filosofia
slava la fonte primaria dello spirito russo e guardano con sospetto
il razionalismo ed il materialismo dell'occidente. Alcuni di essi
ritengono che le comunità contadine russe, dette mir offrano
una valida alternativa al capitalismo occidentale facendo della
Russia un potenziale messia sia in campo sociale che morale.
Malgrado le repressioni, in questo periodo fioriscono, in Russia,
la letteratura e le arti. Attraverso i lavori di Aleksandr Pushkin,
Nikolai Gogol, Ivan Sergeyevich Turgenev, e numerosi altri, la letteratura
russa acquista importanza anche a livello internazionale. Il balletto
mette solide radici in Russia dopo la sua importazione dalla Francia
e la musica classica giunge a piena maturità con i lavori
di Michail Glinka.
In politica estera Nicola I si presenta come il protettore dei legittimi
governanti e barriera contro qualunque forma di rinnovamento. Si
offre di reprimere ogni ribellione nel continente europeo accettando
l'etichetta di gendarme dell'Europa.
Nel 1830, sulla scia dei moti
francesi che hanno portato alla cacciata di Carlo X, i polacchi
della Polonia Russa si ribellano chiedendo l'indipendenza. Nicola
I stronca la ribellione, abroga la costituzione polacca e riduce
la Polonia stessa ad una provincia russa.
Nel 1848, quando tutta
l'Europa è scossa da moti rivoluzionari la Russia rappresenta
la prima linea della reazione. Nel 1849 Nicola I interviene in aiuto
degli Asburgo e collabora nella repressione della rivolta in Ungheria,
e sprona anche la Prussia a non accettare una costituzione di tipo
liberale. Aiutando le forze conservatrici contro lo spettro della
rivoluzione Nicola I pensa di dominare l'Europa.
Questi sogni di dominio sono comunque illusori. Mentre si presenta
in Europa come il baluardo dello status quo, la Russia mantiene
una politica aggressiva nei confronti dell'Impero Ottomano. Nicola
I segue la tradizionale politica di risolvere quella che viene chiamata
questione orientale attraverso la spartizione dell'impero Ottomano
e stabilendo un protettorato sulle popolazioni di fede ortodossa
nei Balcani, ancora in larga parte, nel 1820, sotto controllo turco.
La Russia combatte con successo una guerra negli anni 1828 e 1829
e firma nel 1833 il trattato di Unkiar-Skelessi con l'Impero Ottomano.
Le maggiori potenze europee credono, erroneamente, che il trattato
contenga clausole segrete sui diritti di transito di navi da guerra
attraverso gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli. Attraverso
la Convenzione sugli Stretti firmata a Londra nel 1841, esse confermano
il controllo ottomano su questi siti di importanza strategica e
proibiscono a qualunque potenza, compresa la Russia, di far attraversare
gli stretti da navi da guerra.
Forte del suo ruolo di repressore dei moti del 1848 e credendo,
erroneamente, di avere l'appoggio diplomatico della Gran Bretagna,
Nicola I provoca gli Ottomani, che dichiarano guerra alla Russia nel 1853. Temendo gli effetti di una sconfitta dei Turchi da parte
della Russia, nel 1854 Gran Bretagna e Francia entrano nel conflitto,
in quella che verrà chiamata Guerra di Crimea, come alleati
dell'impero Ottomano.
Anche il Regno di Sardegna si unisce all'impresa,
che considera un buon trampolino di lancio per entrare a far parte
del gioco politico europeo. L'Austria offre alla Turchia appoggio
diplomatico e la Prussia sceglie di rimanere neutrale, lasciando
così la Russia priva di alleati. Gli alleati europei sbarcano
in Crimea e pongono sotto assedio la ben fortificata base russa
di Sebastopoli. Dopo un anno di assedio la città cade mettendo
così in luce le carenze militari della Russia.
Prima che
Sebastopoli cada, Nicola I muore, lasciando al suo successore Alessandro
II la necessità di scegliere tra una politica di sostanziali
riforme o la rinuncia, per la Russia, al ruolo di grande potenza.
http://cathedral.ru/isaac
Isaakievskaia pl
11-18 da giovedì a martedì
Ingresso a pagamento
TOUR RUSSIA CLASSICA 2017 - 10 giorni / 9 notti 1290 EURO! Prenotazione entro il 28 febbraio 2017 - CONSULTA L'OFFERTA!
TOUR CAPITALI RUSSE 2017- 8 giorni / 7 notti 1190 EURO! Prenotazione entro il 28 febbraio 2017 - CONSULTA L'OFFERTA!
TOUR SAN PIETROBURGO 5 giorni / 4 notti SOLO 790 EURO TUTTO COMPRESO! CONSULTA L'OFFERTA!
CROCIERA FLUVIALE Mosca - San Pietroburgo 11 giorni / 10 notti 1490 EURO! Prenotazione entro il 28 febbraio 2017 - CONSULTA L'OFFERTA!
Scarica il documento completo sulla proposta Tour Russia Classica 2017
Scarica il documento completo sulla proposta Tour Capitali Russe 2017
Scarica il documento completo sulle proposte TOUR SAN PIETROBURGO 2017
Scarica il documento completo sulle proposte CROCIERE FLUVIALI MOSCA - SAN PIETROBURGO
Contattateci per maggiori informazioni
|