MIKHAIL IVANOVICH GLINKA
VITA
Nato da una famiglia nobile di origine polacca, iniziò lo
studio della musica molto giovane, proseguendolo parzialmente con
John Field a San Pietroburgo.
Iscritto anche all'Università, dopo aver accettato e poi
abbandonato un lavoro di funzionario al Ministero dei trasporti,
soggiornò tra il 1830 e il 1833 in Italia, visitando anche
altri paesi europei e conoscendo Donizetti, Bellini e Mendelssohn.
Tornato in patria frequentò gli ambienti letterari progressisti,
entrando in confidenza con Puskin e Gogol e maturando la composizione
dell'opera "Una vita per lo Zar" (1836) con cui si intese
avviata la storia del melodramma russo.
Dopo l'insuccesso del suo secondo lavoro teatrale ("Russlan
e Ludmilla"), abbandonò la Russia per stabilirsi in
Occidente, dove continuò a spostarsi tra Parigi, Spagna,
Varsavia, Berlino, fino alla morte.
Compose 2 Opere, musiche di scena, due Ouvertures, una Sinfonia,
pagine corali, vocali da camera, pianistiche.
OPERE
Il catalogo di musica da camera comprende un Settimino, il Gran
Sestetto, 2 Quartetti per archi, una Sonata per viola e pianoforte,
un Trio per pianoforte, clarinetto e fagotto, 2 lavori su temi operistici.
Trio pathétique in re minore per clarinetto, fagotto, pianoforte.
L'aggettivo "patetico" è abbastanza inspiegabile
per questo lavoro giovanile di Glinka, scritto con ogni probabilità
nel corso del 1832, durante il periodo "italiano", a Milano.
Esso appare giustificato soltanto dall'espressivo terzo movimento,
percorso da un'intensa invenzione lirica ispirata con molta evidenza
allo stile belcantistico, di certo la pagina più convincente.
Altro modello ispiratore per il giovane russo, in questa partitura,
è l'eleganza romantica di Mendelssohn, a cui attingono l'ariosità
degli svolgimenti e la naturalezza conquistatrice delle idee melodiche.
I tempi sono: "Allegro moderato", "Scherzo: Vivacissimo",
dove nel Trio si apre un dialogo strumentale gentile che mima un
duetto amoroso; quindi "Largo" e "Allegro con spirito",
stringatissimo e agitato.
Divertimento brillante su temi della "Sonnambula " di
Bellini, per pianoforte, 2 violini, viola, violoncello, contrabbasso
Contemporaneo del Gran Sestetto, e scritto per il medesimo organico,
è questo "Divertimento brillante", che risente
del clima di grande euforia che circondava la popolarità
dell'opera lirica.
In Italia, in particolare, dove Glinka si soffermò per qualche
tempo, il successo del melodramma fu tale da spingere l'interesse
del pubblico praticamente in un solo senso, ponendo in secondo piano
la tradizione strumentale.
Innumerevoli di conseguenza furono i musicisti che trassero ispirazione
dalle più celebri opere dell'epoca, per lavori da camera
generalmente dilettevoli.
Ed è emblematico che persino un musicista come Glinka pervenne
a tale pratica.
Ciò significa che anche la punta avanzata della cultura russa
di quel tempo per trovare un proprio indirizzo dovette dapprima
confrontarsi con le espressioni caratteristiche dell'Occidente.
Questo Divertimento è una raffinata pagina d'evasione il
cui svolgimento è affidato al potere trainante del pianoforte.
I temi principali dell'opera belliniana vi scorrono piacevolmente.
Gran Sestetto in mi bemolle maggiore per pianoforte, 2 violini,
viola, violoncello, contrabbasso
La scarsa produzione cameristica di Glinka comprende anche questo
sostanzioso Sestetto che se da un lato, per le sue caratteristiche
di stile, non rivela una ricerca particolarmente personale, dall'altro
presenta una solidissima struttura, in cui risuonano gli echi della
cultura occidentale.
Se dunque non può definirsi un capolavoro nell'ambito della
storia russa che a quel tempo incominciava il suo corso indipendente,
il Sestetto (1832) è comunque un documento importante dell'esigenza
creativa di una generazione, che troverà la sua precisa identità
nelle opere dei "Cinque".
Qui è ancora lo stile tedesco, influenzato da Mendelssohn
e Weber, dalla Vienna "Biedermeier" di Schubert e del
giovane Chopin, ad avere la meglio, a creare una scrittura evoluta
e disinvolta dove il pianoforte ha un ruolo spiccato, di notevole
virtuosismo salottiero.
I tempi sono 3: "Allegro"; "Andante" e, collegato
senza soluzione di continuità, "Finale: Allegro con
spirito".
Ruslan
e Ljudmila
libretto di Michail Ivanovic Glinka e di V. F. Shirkov, dal poema
omonimo di Aleksandr Puskin
Opera fantastica in cinque attiPrima:
Pietroburgo, Teatro Grande, 27 novembre (9 dicembre) 1842 Personaggi:
Svetozar, grande principe di Kiev (Bar); Liudmila, sua figlia (S);
Ruslan, paladino di Kiev, fidanzato di Liudmila (Bar); Ratmir, paladino
del Chazar (A); Farlaf, paladino variego (B); Gorislava, prigioniera
di Ratmir (S); Finn, mago benevolo (T); Naina, maga malvagia (S);
Bajan, cantore (T); figli di Svetozar, combattenti, boiari, balie,
paggi, guardie del corpo, cuochi, popolo, fanciulle del palazzo
incantato, negri, nani, schiavi di Cernomor, ninfe, ondine
________________________________________
Nominato dallo zar Nicola I direttore della Cappella imperiale,
dopo il successo della sua prima opera Una vita per lo zar , Glinka
lavorò a Ruslan e Ludmila , seconda e ultima opera, nel quinquennio
1837-42. Intendeva chiedere a Pukin, che conosceva personalmente,
di redigere il libretto; ma la collaborazione non poté aver
luogo per la morte del poeta. Glinka lavorò disordinatamente
allopera e cambiò vari librettisti (N.V. Kulkonik,
M.A. Gedeonov, N.A. Markevic, K.A. Bachturin e il firmatario Sirkov),
essendo oppresso dai debiti e impegnato nellorganizzazione
della vita musicale di Pietroburgo. Completato il lavoro, ebbe le
lodi di Liszt che, trovandosi allora in Russia, incontrò
il compositore e mostrò notevole interesse alla partitura.
La prima, tuttavia, si risolse in un fiasco; lopera
venne accolta con commenti beffardi dagli ambienti di corte, episodio
in seguito al quale Glinka sprofondò per oltre un anno in
uno stato di profonda solitudine e apatia. La notorietà europea
di Ruslan nel nostro secolo è dovuta, oltre che alla celebre
ouverture, alla rappresentazione del primo atto, in forma di balletto,
da parte della compagnia di Djagilev (Parigi 1909).
Atto primo
Nella città di Kiev, in età precristiana.
Il principe Svetozar festeggia il matrimonio della figlia Ludmila
con il guerriero Ruslan. Il cantore Bajan intona versi sulle difficoltà
della vita, anche per gli sposi. Si mostrano offesi i due altri
pretendenti: il vile e rozzo Farlaf, e il delicato Ratmir. Al culmine
della cerimonia, calano misteriose tenebre; dopo pochi istanti Ludmilla
è scomparsa. Svetozar la promette in sposa a chi la saprà
ritrovare. I tre pretendenti partono alla sua ricerca.
Atto secondo.
Quadro primo. Ruslan incontra il saggio Finn, che
gli rivela il nome del rapitore di Ludmilla: il mago Cernomor. Egli
deve anche temere gli intrighi di Naina, la sua amata di un tempo,
oggi una vecchia strega gobba, che sicuramente vorrà ostacolare
la felicità di Russlan.
Quadro secondo. Naina promette il
suo aiuto a Farlaf nellimpresa di trovare Liudmila.
Quadro
terzo. In un campo i battaglia appare a Russlan unenorme testa,
che gli soffia contro una tempesta. Egli la trafigge con la lancia
e simpadronisce della sua splendida spada. La testa apparteneva
al corpo di un gigante, decapitato dal nano Cernomor, suo fratello.
Atto terzo.
Naina attira i combattenti nel suo reame incantato.
Giovani fanciulle adescano i viandanti con i loro canti voluttuosi.
Gorislava, la schiava-sposa abbandonata da Ratmir, raggiunge il
suo uomo mentre questi è preda dellincanto. Anche Russlan
è inizialmente accecato dalle visioni. Sta per dimenticare
Liudmila, quando appare Finn che, con la sua bacchetta magica, fa
sprofondare quel regno dillusione. I prodi devono perseverare
nellimpresa.
Atto quarto.
Ludmila langue prigioniera nel castello incantato di
Cernomor, che giunge con il suo sfarzoso seguito. Alcuni negretti
portano su numerosi cuscini la sua lunghissima barba. Dopo le danze,
giunge Russlan. Cernomor addormenta Ludmila e si precipita al combattimento.
Il duello è favorevole a Russlan, che taglia la barba del
mago, mettendo fine al suo potere; ma il sonno di Ljudmila pare
senza risveglio. Tutti partono verso sud, alla volta di Kiev.
Atto quinto .
Quadro primo. Di notte, durante il viaggio, Ruslan,
Ratmir, Gorislava e Ljudmila, addormentati, si apprestano al riposo.
Gli schiavi annunciano che la principessa è nuovamente sparita.
Sopraggiunge Finn, che dona a Ratmir lanello magico che potrà
ridestare la principessa.
Quadro secondo. In una delle sale del
principe di Kiev, Ludmila dorme del suo sonno incantato. È
stato Farlaf a ricondurla dal padre, dopo averla rapita con laiuto
di Naina, ma non è in grado di ridestarla. Il sonno viene
interrotto solo dallarrivo di Ruslan, Ratmir e Gorislava,
che recano lanello magico. Il popolo in festa glorifica gli
dèi, la patria e la coppia, finalmente riunita.
Ruslan e Liudmila è una vicenda inscenata da personaggi-macchietta,
che appartengono a spiccati tipi nazionali delle rispettive regioni
russe. Non mancano gli scontri tra le forze del bene e quelle del
male, la rievocazione di un mondo regolato da divinità pagane,
malefici, sortilegi, scorrerie e battaglie; ma leroismo dellassunto
viene trattato nel tono della burletta sentimentale.
Anche se lambientazione
fantastica non assume tinte fiabesche, come avverrà in Rimskij-Korsakov,
è presente quel colore esotico che verrà imitato da
tutti i successori di Glinka. Il padre della musica russa ha azzardato
nel Ruslan una fusione originale fra lopera fantastica di
Weber e quella buffa di Rossini, pervenendo a un risultato piacevole,
che traduce in una musica ammirevole laspirazione eroicomica
del poema puskiniano.
Una
vita per lo zar
libretto di Egor Rozen
[Ziznza carja] Opera in quattro atti e un epilogo
Prima:
Pietroburgo, Teatro Bolshoj, 27 novembre 1836
Personaggi:
Ivan Susanin, contadino del villaggio di Domnino (B); Antonida,
sua figlia (S); Bogdan Sobinin, suo fidanzato (T); Vanja, orfano,
figlio adottivo di Susanin (A); il capo del drappello polacco (Bar);
il capo del drappello russo (B); il messaggero polacco (T); soldati,
nobili, contadini polacchi e russi
________________________________________
Prima opera del compositore e prima opera russa rappresentata allestero
(Praga 1866), nacque dallamicizia di Glinka con il poeta (e
precettore dei figli dello zar) Vasilij Zukovskij, che suggerì
non solo il soggetto e il profilo del protagonista, leroica
figura del contadino pronto a sacrificare la propria vita per difendere
quella dello zar Michail, primo della dinastia dei Romanov, ma anche
il librettista, il barone Egor Rozen, segretario dellerede
al trono. La scelta del celebre episodio rientrava nel clima di
esaltazione dei valori nazionali e dellautocrazia zarista
a cui Glinka aderì nel 1834, al suo rientro da un lungo viaggio
allestero, su sollecitazione di Zhukovskij.
Alla stesura del
libretto collaborarono lo stesso Zukovskij (a lui si deve lepilogo,
esplicita apoteosi dellideologia zarista), lo scrittore Vladimir
Sollogub (i cori iniziali e la cavatina di Antonida del primo atto)
e lamico e poeta Nestor Kukolnik (la scena di Vanja davanti
alle porte del monastero nel quarto atto, aggiunta nel 1897, dopo
la prima rappresentazione, per ampliare il ruolo del contralto Anna
Vorobiova, che aveva avuto uno strepitoso successo come interprete
di Vanja). Glinka cominciò a comporre nel 1834 sulla base
di una traccia stesa da Zhukovskij, spesso precedendo il lavoro
del librettista: alla fine dellanno successivo lopera
era pronta.
Il titolo primitivo, Ivan Susanin , venne mutato in
Una vita per lo zar su suggerimento dello stesso zar Nicola I, cui
lopera era dedicata: venne poi ripristinato nel 1939, in una
nuova versione dellopera sovietizzata a opera
del poeta Sergej Gorodeckij, con qualche interpolazione e attenuazione
del tono troppo filozarista. La prima fu un evento,
non privo di polemiche, nel mondo musicale della capitale: lopera
fu definita a buona ragione il punto di svolta tra passato e futuro
della musica russa, e trovò tra i suoi più accesi
sostenitori letterati famosi come Pushkin, Gogol, Herzen.
Atto primo. Nel villaggio di Domnino. I contadini cantano la fedeltà
allo zar e salutano larrivo della primavera; Antonida, figlia
di Susanin e fidanzata di Sobinin, è felice per lavvicinarsi
del giorno delle nozze (V pole cistoe gljau, Guardo
lampio campo). Entra Susanin e gela la gioia della figlia:
non ci sarà matrimonio finché il futuro del paese
resterà incerto. Sobinin porta la notizia che lesercito
di Pozharskij ha sconfitto i polacchi, e che il nuovo zar Michail
Romanov è stato eletto dallassemblea dei boiari: Susanin
benedice gli sposi e tutti si rallegrano.
Atto secondo. In un palazzo polacco si sta svolgendo un ballo con
militari e civili. Arriva un messaggero con la notizia della sconfitta
polacca e dellelezione del nuovo zar, che esclude così
il pretendente polacco, il principe Wladislaw. Un drappello di soldati
viene immediatamente spedito a Kostroma, dove risiede il nuovo zar,
per farlo prigioniero.
Atto terzo. Susanin annuncia al figlio adottivo Vanja lelezione
dello zar Michail: ai timori del ragazzo per una possibile rappresaglia
polacca, Susanin risponde che nessuno riuscirà a trovare
il nuovo zar, ben nascosto in un monastero. Antonida e Sobinin si
uniscono in un quartetto di felicità e speranza. Arriva un
drappello di soldati polacchi che, fingendosi in missione ufficiale,
chiede di essere portato in presenza del nuovo zar. Susanin prima
rifiuta poi, minacciato, finge di accettare: cercherà di
condurli fuori strada e intanto manda Vanja al monastero ad annunciare
limminente pericolo. Antonida, intuendo che la vita del padre
è in pericolo, si dispera, in presenza delle amiche venute
a festeggiare il fidanzamento. Sobinin, alla notizia dellarrivo
dei polacchi, si mette a capo di un gruppo di contadini pronti alla
vendetta.
Atto quarto. Sobinin, con i contadini in armi, è sorpreso
da una tempesta nella foresta, ma li incoraggia a non desistere
(Bratci, v metel, Fratelli, nella tempesta).
Vanja arriva al monastero e mette al corrente della situazione i
monaci e lo zar (Bednyj kon v pole pal, Il
povero cavallo è caduto nel campo). Irritati con Susanin,
che non li ha ancora condotti dallo zar, i polacchi decidono di
fermarsi nella foresta per la notte e si addormentano. Susanin sa
di avere le ore contate e aspetta lalba pregando e meditando
(Ty pridë moja zarja, Vieni, mia alba):
quando è sicuro che Vanja ha avuto il tempo necessario per
compiere la missione, rivela ai polacchi linganno e viene
ucciso. Sobinin con i suoi attacca i polacchi, ma troppo tardi per
salvare Susanin.
Epilogo . Sulla Piazza Rossa di Mosca una folla immensa attende
lincoronazione dello zar Michail: sono presenti anche Antonida,
Sobinin e Vanja, affranti per la morte di Susanin. I soldati li
confortano, assicurandoli che lo zar non dimenticherà il
sacrificio delleroe. Tutti intonano linno di gloria
allo zar (Slavsja, slavsja, na russkij Car,
Gloria, gloria al nostro zar russo).
Da un punto di vista musicale, lopera si muove su unantitesi evidente: lambito russo e lambito polacco.
Mentre la
linea scelta dal compositore per lambito polacco è
basata su ritmi di danza (mazurka, pas de quattre , polonaise )
e su declamazioni corali abbastanza impersonali, per quello russo emerge una ricchezza melodica del tutto sconosciuta alla musica
russa del tempo, dovuta sia alla vasta cultura assorbita su scala
europea (Glinka aveva sentito in Italia le opere di Rossini e Bellini,
in Germania quelle di Weber e Beethoven) sia a un attento studio
del patrimonio musicale russo colto (panegirici e cantate del tardo
Settecento e del primo Ottocento) e popolare (canti e cadenze rituali
alla base, per esempio, del coro delle fanciulle che festeggiano
il fidanzamento di Antonida).
Motivo unificante il tema trionfale
del coro finale Slavsja, diventato subito una
sorta di secondo inno nazionale, che affiora fin dal primo atto
nellaria di Susanin (accompagnato dal coro) Car,
Zakonnyj car (Zar, legittimo zar); ritorna
nel terzo, allannuncio dellelezione, quando tutta la
famiglia di Susanin cade in ginocchio (Boe, Boe,
ljubi Carja, Boe proslav Carja, Signore, Signore,
ama lo zar, Signore, dà gloria allo zar) e di fronte
ai soldati polacchi, quando Susanin afferma la sua lealtà
e il suo amore per il sovrano.
GLINKA E SAN PIETROBURGO
Tomba
Al Cimitero Tikhvin, nel Monastero di Alexander Nevskij, si trova
la tomba del compositore.
BIBLIOGRAFIA
Brown D., Mikhail Glinka: a biographical and critical study, Da
capo, New York, 1985.
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