IL LAGO BAIKAL, GIOIELLO LUNGO LA TRANSIBERIANA
Il lago Baikal, situato nella parte centrale dell’Asia, è uno dei laghi più grandi del mondo (è il più profondo), nonché un importantissimo serbatoio di acqua dolce. Per via della sua superficie, pari a circa trentuno mila ottocento chilometri quadrati, gli abitanti che occupano le sue rive lo chiamano “mare”. Il lago Baikal è’ il settimo bacino più grande del mondo, dopo gli specchi d’acqua americani (Superiore, Michigan, Huron, Erie e Ontario).
Nel 1996 il lago Baikal è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’Umanità dall’UNESCO ed è una sosta obbligata per chi intraprende il favoloso tour in transiberiana. Durante il periodo estivo, da maggio a settembre, il lago è navigabile, mentre in inverno viene ricoperto dai ghiacci. Si formano, tuttavia, dei crepacci che danno la possibilità all’ossigeno e alla luce di penetrare nell’acqua, garantendo la sopravvivenza delle specie animali e vegetali. Quando queste crepe si formano sono accompagnate da forti boati simili a tuoni.
La lunghezza delle rive del Baikal è pari a duemila e cento chilometri. E’ attorniato da una serie di catene montuose e colline che costituiscono uno scenario mozzafiato. Per coloro che intraprendono il viaggio in transiberiana è particolarmente interessante la tratta diurna da Irkutsk a Ulan Ude perché costeggia la parte meridionale del lago. Il Baikal vanta trecento trenta sei affluenti e un grande emissario, il fiume Angara. Nel Baikal si contano ventisette isole, di cui la più grande è l’isola di Olkhon, lunga settantuno chilometri e larga dodici. Chi viaggia sulla transiberiana, soprattutto nel periodo estivo, può prevedere il pernottamento di una notte sull’isola di Olkhon, dove ci sono numerose guest house.
Il Baikal è un lago di origine tettonica. Alcuni studiosi hanno stabilito che si è formato circa venticinque-trentacinque milioni di anni fa. Tuttavia riguardo all’origine ci sono diverse controversie, in quanto solitamente la maggior parte dei laghi “vive” circa dieci, quindici milioni di anni, dopo di che si riempie di sedimenti e si trasforma in palude.
Secondo il geologo Tatarinov, che ha compiuto una serie di rilevamenti nel 2009, in occasione di una spedizione organizzata in queste zone remote della Siberia collegate al resto della Russia dalla transiberiana, per studiare la struttura geologica del lago, il litorale avrebbe circa otto mila anni, mentre le rocce del fondo lacustre circa cento cinquanta mila anni.
Altri scienziati sostengono che il Baikal si sia formato in seguito ai movimenti e agli scontri della placca euro-asiatica con quella indiana. Ci sono, quindi, varie versioni e ad oggi la scienza non è riuscita a dare una risposta definitiva. La zona del lago è oggetto di numerosi studi. I geologi sono concordi, tuttavia, nell’affermare che la struttura geologica della zona del lago Baikal sia ancora in evoluzione. Si tratta, infatti, di una regione particolarmente sismica. Si verificano frequentemente terremoti anche di una certa intensità, l’ultimo nel 2010.
Le leggende della Transiberiana: la nascita del lago Baikal.
Accanto alle spiegazioni scientifiche, la tradizione popolare narra diverse leggende sull’origine del lago Baikal. Una di queste racconta che il vecchio padre Baikal aveva trecentotrentasei fiumi-figli e una figlia, Angara (uno dei maggiori immissari del lago). Tutti questi fiumi figli erano soliti discendere fino al vecchio padre per riempirlo d’acqua. Un giorno la figlia Angara si innamora del fiume Enisej e incomincia a portare acqua a lui anziché al padre. Quest’ultimo, furioso, scaglia verso la figlia un grosso blocco di pietra e la maledice. Questo blocco, chiamato la pietra Shaman, si trova oggi alla sorgente del fiume Angara. Una variante di questa leggenda racconta, invece, che il padre Baikal aveva un’unica figlia, il fiume Angara, appunto. Essa si innamora del fiume Enisej e decide di fuggire verso di lui. Il vecchio padre, per cercare di impedirglielo, le scaglia contro la pietra Shaman, ma Angara riesce ad eviatarla scappando in avanti. Il vecchio Baikal decide allora di mandare il nipote Irkut all’inseguimento. Quest’ultimo, impietositosi, decide di cambiare percorso, lasciando unire i due innamorati.
Preservare il lago Baikal, un ecosistema unico ai margini della Siberia
Una delle particolarità del lago Baikal è sicuramente il fatto di essere il lago più profondo della Terra. Il punto massimo è di mille seicento quaranta due metri. A partire dal 1983 molte spedizioni di geologi e scienziati si sono alternate. La misurazione è stata confermata nel 2002 quando una squadra di studiosi, provenienti non solo dalla Russia, ma anche dalla Spagna e dal Belgio, si è occupata di redigere la carta batimetrica del lago siberiano, perla della regione e tappa imperdibile durante il tour in transiberiana.
Oltre al Baikal, soltanto altri due laghi sulla Terra vantano una profondità massima di più di mille metri, il lago Tanganica, in Africa Orientale, e il Mar Caspio.
Un’altra particolarità che salta subito all’occhio del viaggiatore in transiberiana è la limpidezza delle sue acque. La purezza è garantita dalla presenza di un microorganismo, l’Epischura baicalensis, una specie endemica di plancton, grande appena 1,5 millimetri. L’Epischura svolge un ruolo fondamentale nella salvaguardia della purezza delle acque del lago, in quanto funge da filtro naturale: fa passare attraverso il suo corpo l’acqua, purificandola. Costituisce anche un anello fondamentale nella catena alimentare del lago, in quanto si nutre di alghe ed è a sua volta il nutrimento principale dell’Omul, una delle specie ittiche più diffuse nel Baikal, nonché uno dei piatti tipici che potrete gustare durante la vostra sosta lungo il viaggio in transiberiana. Altri pesci tipici del lago Baikal sono la Golomyanka, il cui corpo può essere costituito fino al 30% di grassi, il temolo, il coregone, lo storione del Baikal, la bottatrice, il taimen, il luccio e molti altri. Infine il Baikal è uno dei pochi laghi al mondo in cui crescono spugne anche a profondità elevate. L’animale simbolo del lago Baikal è la foca Nerpa, l’unico esemplare al mondo di foca d’acqua dolce. E’ di piccole dimensioni e può vivere fino a cinquant’anni. Per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sulla salvaguardia di questa specie unica è stata indetta, nel 2003, anche una giornata speciale a lei dedicata.
Il bacino del Baikal rappresenta per tutte queste particolarità indicate una riserva importantissima, non soltanto come serbatoio d’acqua, ma anche per le numerose specie vegetali e animali, alcune delle quali si trovano solo qui. Per questo è diventato sempre più importante sostenere un piano di salvaguardia del lago al fine di preservare la natura che lo caratterizza. Anche i viaggiatori che sostano nella regione durante il loro tour in transiberiana sono sensibilizzati dalle guide locali su questo problema. Nel 1999 la Federazione Russa ha varato un importante decreto “sulla salvaguardia del lago Baikal” in cui si è cercato in primo luogo di limitare l’azione umana nelle zone circostanti il lago e, quindi, di elencare una serie di divieti. A seguito di questo intervento si è giunti a stabilire quali sono le azioni umane che hanno portato o portano a modificare l’ecosistema del lago. Innanzitutto la presenza di una fabbrica per la lavorazione della carta a cui è legato un considerevole disboscamento delle foreste circostanti. Altre azioni volte a danneggiare l’ambiente sono la caccia e la pesca illegali.
Ecologia
Una della fonti di inquinamento maggiori è rappresentata dal Selenga, un fiume lungo più di mille chilometri che scorre attraverso la Mongolia (altro paese attraversato dalla ferrovia transiberiana, che in questo tratto, prende il nome di trans mongolica) e la Russia, sfociando, con un ampio delta, proprio nel lago Baikal. Molte industrie in territorio mongolo scaricano nell’acqua del Selenga materiale di scarto e acque reflue. Tra queste ci sono industrie che si occupano di estrarre l’oro, acciaierie, fabbriche per la lavorazione della pelle e industrie di tipo alimentare. Inoltre un ruolo consistente è giocato anche dalla città di Ulan Baator, la capitale della Mongolia, tappa principale del viaggio lungo la trans mongolica, che si trova sul fiume Tuul, uno dei principali affluenti del Selenga.
In territorio russo è la città di Ulan Ude, la tappa della transiberiana immediatamente successiva a Irkutsk, che rappresenta uno dei punti cruciali per l’inquinamento del lago. Qui, infatti, sono stati costruiti diversi impianti depuratori che, però, non sono più in funzione o sono mal funzionanti.
Un’ulteriore minaccia è stata avanzata dalla compagnia petrolifera Transneft che progettava la costruzione di un oleodotto dalla Siberia Orientale fino all’Oceano Pacifico. Secondo il progetto iniziale della Trasneft, questo sarebbe dovuto passare nelle immediate vicinanze delle rive del lago. In caso di un guasto e di un riversamento di petrolio nel lago, le conseguenze sarebbero state catastrofiche. Sono sorti, quindi, una serie di movimenti di protesta da parte degli ecologisti e dagli abitanti della zona. La manifestazione più importante si è tenuta nella vicina città di Irkutsk il 18 marzo del 2006.
L’indignazione pubblica è stata tale per cui un mese dopo, il 26 aprile, in occasione di un incontro con il governatore della Siberia a Tomsk, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato la necessità di rivedere il progetto in modo da spostare il passaggio dell’oleodotto ad almeno quaranta chilometri di distanza dal Baikal. La compagnia petrolifera ha, quindi, rivisto il percorso dell’oleodotto che è stato previsto a circa trecento cinquanta,quattrocento chilometri dalla zona del lago.
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