SERGEI ALEXANDROVICH ESENIN
Profondo e sottile lirico, capace di rendere con insolita forza
ed emozione gli stati dell'animo, di esprimere la poesia dei sentimenti
e della natura della sua terra.
VITA
Esenin
nacque il 21 settembre (calendario giuliano) 1895 a Kostantinovo,
un villaggio della Russia centrale. Il padre, Aleksandr Nikitic
era un povero contadino che ben presto abbandonò la moglie
Tatjana Titova per andare a lavorare in una macelleria di
Mosca.
Quando Sergej ebbe due anni, Tatjana si impiegò
come domestica a Rjazan e il piccolo andò a stare coi
nonni materni. Crebbe circondato dal rude affetto di familiari adulti,
in particolare del nonno Fëdor, uomo religioso e di una certa
cultura, che avrebbe voluto far del nipotino un maestro e lo iscrisse
nel collegio magistrale superiore di Spas-Klepik, a una cinquantina
di chilometri da Kostantinovo. Sergej, però, non sopportava
le disciplina e scappò, ma il nonno inflessibile lo riportò
indietro.
Pare che Sergeij scrivesse già a otto-nove anni, ma le prime
poesie conosciute risalgono al 1910. La betulla è la prima
poesia pubblicata su un giornaletto per ragazzi (E si levano le
betulle / come alte candele). La betulla è simbolo di purezza,
di salute, è limmagine del paesaggio natio, della naturalezza
non contaminata dalla civiltà.
Smessi gli studi, va a Mosca a lavorare nella macelleria del padre,
poi sarà commesso in una libreria, fattorino e, infine, correttore
di bozze nella grande tipografia Sytin. E qui che conosce
nel 1914 Anna Romanovna: da una breve relazione nascerà Jurij.
Nel marzo 1915 parte per Pietroburgo. Ha continuato a scrivere poesie,
ha incontrato altri giovani poeti, e gli pare proprio questa la
sua strada. Ora intende conquistare la capitale letteraria. Ci riesce,
un po di furbizia e di esibizionismo lo aiuta, ma non gli
manca certo il talento. Si presentava bene: Maksim Gor'kij in una
lettera a Roman Rolland così lo descrive: Vidi Esenin
proprio agli inizi della sua conoscenza con la città: di
bassa statura, un aspetto piacente, con gli occhi azzurri.
Comunque, Sergej sa che per pubblicare poesie bisogna essere presenti
in loco e farsi apprezzare dai grandi. Ignoriamo
a chi per primo abbia fatto leggere i suoi versi, non sappiamo a
chi si riferisce quando scrisse: Non avevo ancora finito di
leggere dodici dei miei versi, che lui fissò su di me la
sua lorgnette e mi disse con un filo di voce: Ah, è
notevole, è geniale... e mi condusse da una celebrità
allaltra.
Lanno dopo pubblica la sua prima silloge: Radunica (nome intraducibile
della festa contadina in cui venivano commemorati i morti della
prima settimana di Pasqua): un insieme di poesia religiosa e di
poesia della campagna, limpida e musicale.
Nel 1916 viene chiamato alle armi, ma grazie alle sue conoscenze
non fu inviato al fronte, ma destinato al treno ospedale n. 143
di S.A.Imperiale la Zarina Aleksandra Fëdorovna a Carskoe Selo,
residenza della famiglia dello zar. A Carskoe Selo il soldato Esenin
poté occuparsi di letteratura, di affari editoriali.
Durante
una serata di poesia, venne presentato allimperatrice e alle
sue quattro figlie, le granduchesse, alle quali consegnò
un componimento in loro onore. E ciò è sicuramente
avvenuto senza quel disdegno e la freddezza che volle far credere
in seguito ricordando quel periodo, anche se è vero che fin
dal tempo della tipografia era entrato in contatto con gli ambienti
democratici (di ciò vi è traccia negli archivi della
polizia zarista). Certo fu durante le noiose giornate di Carskoe
Selo che cominciò a bere, la noia però è bruscamente
interrotta dalla rivoluzione del febbraio 1917. Pur con molti dubbi,
Sergej, fin dallinizio, laccoglie con entusiasmo: lui
e molti altri scrittori provenienti dalla campagna furono tra i
fautori dellidea di una rivoluzione contadina.
Intanto molti mutamenti si verificano nella sua vita personale.
Nellagosto sposa Zinaida Raich che diventerà unattrice
famosa. Due anni dopo tuttavia si separerà nonostante la
nascita di Konstantin e racconterà i particolari della separazione
nella poesia Lettera a una donna che comincia così:
Voi ricordate,
Voi certamente tutto ricordate:
Come io stavo
Alla parete appoggiato,
E come, andando su e giù per la stanza
Un discorso tagliente
Mi scagliavate in faccia.
È tempo di lasciarci, dicevate;
E che vi aveva sfinito
La vita mia dissennata,
Ch'era tempo per voi di lavorare,
E mio destino
Rotolarmene ancora più in basso.
Amore mio!
Voi non mi avete amato.
Tra il 17 e il 18 scrisse poesie e poemi importanti
per la sua carriera artistica: sono versi pregni di speranza, di
entusiasmo per la rivoluzione. Escono le raccolte Azzurrità,
Trasfigurazione, Il breviario di campagna.
La rivoluzione, per Esenin, fu veramente una sferzata creativa e
non soltanto sul piano quantitativo, certo però che larmoniosità,
la gioiosità dei quadretti campagnoli va cedendo spazio a
quellaudace inquieta forza che lo stesso Esenin
più maturo indicherà come uno dei tratti fondamentali
dei suoi versi.
Dopo
il trasferimento della capitale da Leningrado a Mosca, agli inizi
del 18, molti intellettuali si trasferiscono, e anche Esenin.
Oltre a scrivere, legge molto, soprattutto la Bibbia e il Canto
della schiera di Igor e scriverà Le chiavi di Maria, unopera
teorica.
Alla fine del 1918 in una serata di poesia conosce Marienhof: il
campagnolo inurbato si sente attratto dal brillante ragazzo di buona
famiglia. Nascerà unamicizia che durerà a lungo
e darà vita, col concorso di altri poeti, al movimento che
prenderà il nome di immaginismo. Esenin scriverà:
Noi autentici tecnici dellarte, noi che formiamo limmagine
affermiamo che lunica legge dellarte, lunico e
incomparabile metodo è la rivelazione della vita attraverso
le immagini e la ritmica delle immagini. Il movimento però
mancava di originalità e di intima persuasione; durante una
serata di poesia, Esenin si sente qualificare teppista.
Il termine gli piace e scriverà là Confessioni di
un teppista. Trerjadnica è la prima raccolta del periodo
immaginista, che, nonostante gli orgogliosi presupposti, gronda
consapevole sofferenza per la sorte del mondo contadino al quale
il poeta è rimasto legato come sentimenti e ideologia, per
la straziante realtà di una Russia stremata dalla guerra:
Io sono lultimo poeta del villaggio canterà.
Infatti, di tutta la brillante pleiade di poeti russi nati negli
ultimi ventanni del XIX secolo due soltanto erano di origine
contadina. Tutti gli altri Blok e Belyi, Gumilëv e Chidassevic,
lAchmatova e la Cvetaeva, Pasternak e Mandelstam, Chlebnitov
e Majakovskij erano nati a Pietroburgo o a Mosca o in altre città
minori dellimmenso impero russo, figli di professori universitari,
di militari, di commercianti, di funzionari.
Tra il 1921 e il 22 scrive il poema drammatico Pugacëv,
da cui trapela laspirazione di fare del leggendario capo contadino
non un mitico e colorito dittatore plebeo, ma un interprete della
lotta tra gli strati sociali, che un giorno avrebbe sconvolto la
Russia.
Nel 1921, in casa di amici, un sera Sergej conosce Isadora Duncan,
la famosa danzatrice americana e perde letteralmente la testa. Da
quella stessa alba, va ad abitare in casa di lei. E sarà
una continua festa, si canta, si danza, soprattutto si beve: champagne
e denari scorrono a fiumi. Sergej è esterrefatto da tanta
ricchezza. Lei ha 17 anni più di lui ed è pronta a
far qualunque cosa per amore del giovane poeta russo. Dopo le nozze
la coppia parte per un lungo viaggio: Berlino e la Germania, il
Belgio, lItalia, Parigi...
Sergej però non è felice, non riesce a lavorare, spesso
lascia la casa della Duncan per tornare dagli amici che lo accolgono
festosi. Ma basta un biglietto di lei e lui accorre, non riesce
a sottrarsi al fascino di Isadora. In giro già si parla di
genio rovinato dalla perfida donna.
Gli Esenin si imbarcano per gli Stati Uniti, ma in America Sergej non è più il poeta famoso, è soltanto il marito
della grande danzatrice e cade in depressione, da cui emerge con
violente scenate. E davvero in quel tempo il teppista
dalle molte stravaganze.
Tornata in Europa, la coppia si stabilisce a Parigi. Isadora - Sergej
consenziente - fa ricoverare il marito nella lussuosa clinica di
Neully: Sergej migliora, ma... gli manca la sua Russia.
E del 1924 la silloge La Russia delle bettole che comincia
così:
In ogni cosa viva cè unimpronta
Segnata a fondo dalla prima età.
e conclude:
Non rimpiango, non lacrimo, non chiamo...
Tutti siamo caduchi a questo mondo
Lento cola dagli aceri il rosso delle foglie.
Non si calma tuttavia col ritorno in Russia linquietudine
del poeta, ha coscienza dellabisso nel quale è caduto,
ma vuol credere di averlo lasciato alle spalle... le sue poesie
di questo periodo sono colme di elementi contrastanti.
Il ritorno a Mosca coincide con la separazione dalla Duncan. Convive
per qualche tempo con la devota Galina Benislavskaja (una
cameriera ironizzava Isadora), in altri momenti torna nella
casa di Marienhof e ricontatta le antiche conoscenze. LUnione
Sovietica è però del tutto cambiata, Sergej sente
che è tempo di scelte, vorrebbe schierarsi con qualcosa di
nuovo. Mentre a Berlino escono i Versi di uno scandalista, lui rompe
del tutto con gli immaginisti e con Marienhof.
Incapace però di vivere senza un sostegno femminile si lega
con lattrice Avgusta Miklasevskaja, ma le poesie di questo
periodo sono componimenti manierati:
Si è sollevato un incendio azzurro
Le lontananze natie offuscando
Ho cantato lamore, ho rinunciato
a far scandali per la prima volta.
Torna quindi con Galina. Intanto lalcolismo progredisce e
non mancano altri scandali (in treno offenderà un corriere
diplomatico e ne seguirà un processo). Si diffonde il termine
"esenismo" - per modello trasgressivo - ma il poeta si sforzerà
di sottrarsi a quel modello lasciandosi ricoverare in cliniche neurologiche.
Nel settembre dello stesso anno compie un viaggio in Persia (è
un breve periodo sereno) e nascono le poesie Motivi persiani dal
ritmo cantabile, disteso. Il viaggio decisivo di quel periodo rimane
però quello a Kostantinovo, ma il villaggio è cambiato
e non lo riconosce nemmeno.
Scrive molto, purtroppo però tra una crisi e laltra
di alcoolismo: nelle Stanze si sente che non è troppo sincero
(Orsù Sergej, mettiamoci con la calma a studiare Marx / per
indovinare la grande saggezza fra le righe noiose...) e non lo è
nemmeno quando tenta la poesia damore (La canzone della grande
campagna) e quando vuol essere il poeta della rivoluzione (Ballata
del ventisei, Poema del 36, Canzone).
Oramai Esenin, il giovane dallaspetto gradevole, dalla voce
armoniosa, è un uomo dallaria malata, con la voce debole
e roca degli alcolizzati.
Nel tentativo di uscire dalla solitudine sentimentale, sposa nel
settembre 1925 Sofija Andreevna Tolstoja, nipote del grande scrittore:
con lei si recherà nel Sud, mentre a Batu viene pubblicata
la raccolta Il paese sovietico.
Dopo un periodo di continui spostamenti giustificati dalla sua irrequietezza,
il 26 settembre è colto da uno dei suoi attacchi con febbre
e delirio, viene ricoverato nella clinica psichiatrica di Mosca.
Ne esce senza autorizzazione medica e parte per Leningrado, alloggerà
allhotel Angleterre.
Allalba del 27 dicembre scrive col sangue la poesia del commiato:
Arrivederci amico, arrivederci
O vecchio mio, tu mi sei nel cuore
Questa separazione destinata
Un incontro promette in futuro.
Arrivederci amico, senza parole e gesti,
né tristezza e aggrottar di sopracciglia
Non è nuovo morire, in questa vita
ma più nuovo non è di certo vivere.
S.E.
Consegna
il foglio a Erlich, pregandolo di aprirlo solo dopo,
e non rinuncia a sbalordire lamico dicendogli che si è
tagliato le vene per supplire alla mancanza di inchiostro in albergo.
Gli amici prendono tutto come unennesima stravaganza di Sergej.
Ma durante la notte, il poeta si impicca con la cintura della valigia
a un tubo del riscaldamento, che dopo continua a stringere
con una mano, forse in un estremo tentativo di sottrarsi alla morte.
Negli amici rimane il rimorso di non aver letto subito il biglietto
e anche il dubbio che Esenin fidasse proprio in quella lettura per
essere dissuaso dal gesto che aveva in animo di compiere.
Due anni dopo la stesura dellarticolo, furono pubblicate sui
giornali le fotografie di Esenin morto. Da allora prese consistenza
l'ipotesi che il poeta non si suicidò, ma fu assassinato,
ma non fu fatta mai chiarezza sulla vicenda.
In quelloccasione,
che fece ripensare alla sua vita, qualcuno mise in evidenza la bisessualità
di Esenin, di cui il poeta se ne servì per ottenere vantaggi.
OPERE
Sergej Esenin rimane l'esponente più importante della cosiddetta
scuola dei "poeti contadini". Nei suoi versi traspare
sia il mondo rurale della Russia di inizio secolo, esaltando le
bellezze della campagna e l'amore verso gli animali, sia la sua
vita da alcolista e frequentatore di bettole e bordelli. Tra le
opere più famose la raccolta di poesie: Radunica (1916),
la seconda, dove raggiunge la maturità artistica: Goluben'
e la successiva Preobrazenie (1918). La prima raccolta del suo periodo"immaginista"
fu Trerjadnica (1920) e finalmente, nello stesso anno compose Confessioni
di un teppista, stupendi versi autobiografici.
ESENIN E SAN PIETROBURGO
Albergo Astorija Angleterre
Nellalbergo Astorija Angleterre in ulitsa Bolshaya Morskaja
numero 39 è dove si suicidò nel 1925 il poeta Esenin
tagliandosi le vene e poi impiccandosi, dove scrisse col suo sangue
sul muro Morire non è nuovo sotto il sole, ma nuovo
non è più nemmeno vivere.
ESENIN E LITALIA
Esenin e Branduardi
Il testo della bella canzone Confessioni di un malandrino, di Angelo
Branduardi (tra laltro considerata da una rivista francese
una delle più belle canzoni del 900), è stato
tratto dalla traduzione della poesia russa Confessioni di un teppista
di Sergej Aleksandrovic Esenin, una delle figure più alte
della poesia russa contemporanea
BIBLIOGRAFIA
In italiano
Arpino G., Serghej A. Esenin: l'estremo cantore dell'antica Russia
di fronte alla rivoluzione, Marsilio, Venezia, 1997.
Leone S., Sergej Esenin: ultimi temi poetici, Quattro venti, Urbino,
1993.
In russo
Marcendo A., Poeticeskij mir Esenina, Sovetskij pisatel, Moskva,
1989.
Ovinnikov D., Sergej Esenin : literaturno-kriticeskij ocerk, Priokskoe
kniznoe izdatelstvo, Tula, 1982.
Sidorina N., Zlatoglavyj: tainy zizni i gibeli Sergeja Esenina,
Klassika plj'us, Moskva, 1995.
In lingua straniera
Auras C., Sergej Esenin: Bilder und Symbolwelt, Sagner, Munchen,
1965.
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