IVAN SERGEEVIC TURGENEV
Ivan Sergeevic Turgenev, (Orël 1818 - Bougival, Parigi 1883),
romanziere, poeta, drammaturgo e grande interprete del realismo
russo.
VITA
Nacque
il 28 ottobre 1818 a Orël, nel cuore della Russia; il padre,
Sergej Nikolaevic Turgenev, era di famiglia nobile di origine tartara;
la madre, Varvara Petrovna Lutivinova, energica ed autoritaria,
era ricchissima proprietaria terriera e di unantica famiglia
della Russia centrale.
Ivan Turgenev trascorse linfanzia, con i fratelli Nikolaj
e Sergej, nella tenuta materna di Spasskoe. La guida tirannica della
madre, e il regime dispotico da lei instaurato nella grande tenuta,
esercitato sui servi e allo stesso modo sui figli, lasciarono un
segno indelebile nellanimo di Ivan, facendo maturare in lui,
insieme ad una inclinazione al sentimentalismo di cui sarà
permeata tutta la sua opera e la sua vita, anche un forte senso
di ribellione contro listituto della servitù della
gleba e contro quella parte della società russa, benestanti
e aristocrazia soprattutto, poggiata su di esso.
Nei primi mesi del 1827 la famiglia si trasferì a Mosca per
garantire ai figli una buona istruzione. Ivan e Nikolaj dapprima
vennero iscritti presso la scuola di Weidenhammer, poi in quella
di Krause, considerata più moderna e dove i ragazzi, oltre
alle materie scientifiche, studiarono lingue classiche: greco e
latino, e lingue moderne: inglese, francese e tedesco.
Portati a
termine gli studi ginnasiali, Turgenev, nel 1833, si iscrisse allUniversità
di Mosca. Dopo la morte del padre, avvenuta il 30 ottobre 1834,
abbandonò questa università per passare a quella di
Pietroburgo, laureandosi nel 1837 in Filosofia.
Nel maggio del 1838
si trasferì in Germania. Si iscrisse allUniversità
di Berlino, dove studiò filosofia tedesca fino alla primavera
del 1841.
Nel corso della sua permanenza in Germania frequentò gli
ambienti rivoluzionari e hegeliani degli esuli russi, in cui incontrò
N. V. Stankevic, col quale strinse rapporti di amicizia, e M. A.
Bakunin. In questo stesso periodo visitò la Svizzera e lItalia.
Durante lestate del 1841, Turgenev soggiornò nella
tenuta di Spasskoe. Qui conobbe e sinnamorò di Avdotja
Ermolaeva Ivanova, una bella e intelligente ragazza che faceva parte
della servitù della casa materna. La madre di Turgenev non
tollerò la relazione, soprattutto quando si trovò
di fronte al desiderio del figlio di sposare la ragazza.
Avdotja venne mandata in un lontano villaggio della steppa,
mentre la piccola Pelageja, nata dalla relazione, tolta alla madre
naturale, venne affidata ad un servo della tenuta che la fece crescere
come una serva qualsiasi.
Turgenev, trasferitosi a Mosca, entrò in contatto col mondo
letterario della città, allora dominato da Puskin e Gogol;
a Pietroburgo fece la conoscenza di A. Herzen e di Belinskij.
Le
amicizie che strinse lo esortarono ad incamminarsi con entusiasmo
sulla via della letteratura: iniziò a farsi apprezzare, come
poeta romantico, con la scrittura di un poema dal titolo Paraa,
che pubblicò nel 1843.
La madre, contraria a questa sua vocazione letteraria, lobbligò
a prendere servizio al Ministero degli Interni. Turgenev tuttavia,
insieme al lavoro impiegatizio, continuò a dedicarsi alla
scrittura; in breve tempo esordì con una prima opera teatrale:
Unimprudenza (1843), e con due racconti: Andrej
Kolosov (1844) e Tre ritratti (1845).
In questo periodo, durante la stagione lirica, Turgenev, ventiduenne,
conobbe la cantante e attrice di origine spagnola Pauline Garcia
Viardot, della quale sinnamorò perdutamente di un amore
che durò tutta la vita. Dopo due anni di carriera impiegatizia,
contro la volontà della madre, che lo cacciò di casa
privandolo di qualsiasi aiuto finanziario, Turgenev lasciò
il lavoro al Ministero degli Interni per dedicarsi esclusivamente
alla letteratura, e insieme a Pauline ed al marito di lei, il 10
maggio 1845 partì per la Francia.
Nel novembre del medesimo
anno però tornò nuovamente in Russia dove conobbe
Dostoevskij. Fra i due, (Turgenev era più vecchio di tre
anni), sin dal principio si manifestò una drastica divergenza
di opinioni sulla società russa. Turgenev, che ideologicamente
già si sentiva più vicino ad un liberalismo di matrice
occidentale, considerava la classe di potere del popolo russo pigra,
senza aspirazioni, legata alle vecchie tradizioni ed incapace di
volgersi verso nuovi ideali.
In questo periodo Turgenev iniziò la sua collaborazione con
la rivista progressista Sovremennik (Il contemporaneo):
nelle sue pagine, diluiti nel tempo, uscirono i 22 racconti che
successivamente formarono un primo importante volume intitolato
Memorie di un cacciatore, pubblicato nel 1852.
Fu unopera
che ebbe un enorme successo di pubblico, e in essa Turgenev descrisse
con poesia e realismo la vita umile e dura dei contadini russi,
attraverso una galleria di personaggi ricchi di senso della vita,
osservati durante le sue battute di caccia. Sono brevi storie di
uomini piegati da un lavoro faticoso e dalla miseria, che colpirono
profondamente la società russa, e che diedero un grande contributo
al movimento per lemancipazione dei servi.
Verso la fine del 1847 Turgenev partì nuovamente per lestero;
si trovò a Salisburgo per cure, dove incontrò Belinskij,
suo sincero amico. Da qui proseguì i suoi viaggi al seguito
di Pauline Garcia Viardot. Accanto a lei, donna di teatro, si sentì
ispirato a produrre opere di genere teatrale quali: Dovè
sottile, il filo si spezza (1847), Pane altrui
(1848), Pranzo col presidente della nobiltà (1849),
Lo scapolo (1849), Un mese in campagna (1850).
Questultima opera resterà la sua commedia più
significativa, mentre le altre non ebbero grande rilevanza, tanto
che lo stesso Turgenev decise di abbandonare definitivamente il
genere.
Con la famiglia Viardot si era intanto instaurato un legame singolare:
lo scrittore seguiva la coppia in ogni suo spostamento, in Germania,
Belgio, Francia. Amava profondamente Pauline, ma, nel contempo,
si considerava anche amico del marito, con cui condivideva la passione
per la caccia, e da cui riceveva collaborazione nella traduzione
in francese delle grandi opere della letteratura russa.
Nel 1850 Turgenev tornò in Russia; durante un breve soggiorno
a Spasskoe venne a conoscenza di avere una figlia, Pelageja. Egli
provò uno sgomento indicibile e dopo un pesante litigio con
la madre, portò via con se la figlia affidandola alle cure
di Pauline.
Nuovamente allestero, Turgenev venne raggiunto dalla notizia
dellimprovvisa e grave malattia della madre. Tornò
immediatamente a Spasskoe, ma non riuscì a rivederla in vita,
perché il 16 novembre 1850 la madre morì, lasciando
incompiuta la procedura intrapresa, contro di lui, per diseredarlo.
Turgenev, per un certo periodo si trattenne nella bella tenuta di
Spasskoe, toccatagli in eredità, e ne curò direttamente
la gestione; poi andò a vivere a Pietroburgo.
Fece un ritorno obbligato alla tenuta di Spasskoe, il 18 maggio
1852, quando, dopo larresto di un mese per aver pubblicato
una troppa accesa lettera-articolo in morte di Gogol, venne
costretto agli arresti domiciliari per circa un anno. In realtà
lo scrittore subì la tardiva punizione per la pubblicazione di Memorie di un cacciatore. Tutti infatti si erano
meravigliati di come questo libro, in cui si erano denunciati con
tanto vigore le condizioni disumane di vita dei contadini russi,
avesse potuto superare i controlli ferrei della censura zarista.
Nella
tranquilla vita di campagna Turgenev riprese a pieno ritmo lattività
letteraria, e scrisse importanti racconti: Diario di un uomo
superfluo (1851), Mumu (1852), Jakov Pasynkov"
pubblicato nel 1854. Finito il periodo dellesilio, Turgenev
tornò a Pietroburgo.
Nel 1956 pubblicò il suo primo romanzo, Rudin.
In questopera il protagonista è un uomo idealista che
desidera riforme radicali, che predica lavvento di un mondo
migliore, ma che di fronte alla lotta da intraprendere per realizzare
ciò che sogna, naufraga miseramente al primo scoglio. Turgenev
proporrà altre figure simili al dubbioso Rudin in altri racconti
scritti fra il 1857-58: Una corrispondenza, Asja,
Primo amore e nel romanzo Un nido di nobili
(1859). Pubblicò nel 1860 un terzo romanzo Alla vigilia.
Nel 1862 pubblicò il romanzo Padri e figli che
suscitò un mare di polemiche per latteggiamento nichilista del protagonista. Amareggiato, Turgenev nel 1863 si trasferì
a Baden Baden, dove incontrò F. Dostoevskij. I due scrittori,
ancora una volta ebbero una accalorata discussione. Turgenev ebbe
spesso alterchi vivaci anche con Tolstoj, del quale peraltro fu
amico, ma di cui non condivideva le idee religiose.
Nella nuova villa che si era fatto costruire, Turgenev riprese a
scrivere senza sosta numerosi racconti destinati a restare nella
storia della letteratura per la profondità dei contenuti
e la bellezza stilistica: Fantasmi (1865), Il
cane (1865), Il brigadiere (1865), e un nuovo
romanzo, Fumo (1867), nella cui trama ripropose dubbi,
crisi, incertezze e sconforto dei russi emigrati, sempre in bilico
fra aspirazioni e inerzia. Questo romanzo ancora una volta gli attirò
aspre polemiche e le invettive pubbliche di F. Dostoevskij. Scrisse
inoltre: La storia del sottotenente Ergunov (1867),
Un re Lear della steppa (1870), Acque primaverili
(1871). Si dedicò anche alla stesura delle sue Memorie
letterarie e di vita.
Allo scoppio della guerra franco-prussiana, nel luglio del 1870
Turgenev, con la famiglia Viardot, lasciò la Germania e si
trasferì in Inghilterra. Nellanno successivo, sempre
con gli amici Viardot, Turgenev tornò in Francia, dove a
Bougival, nei pressi di Parigi, acquistò una villa.
Frequentando i circoli culturali parigini conobbe gli intellettuali
più affermati in quel periodo: George Sand, Gustave Flaubert,
Emile Zola, Guy de Maupassant, Alphonse Daudet, Henry James e i
fratelli Goncourt, dai quali, insieme ad unaccoglienza straordinaria
ebbe stima e affetto.
A Parigi nel 1877 pubblicò il romanzo Terre vergini
e il racconto Storia del padre Aleksej.
In campo internazionale la sua fama è ormai largamente riconosciuta,
tanto che nel giugno del 1879 gli venne conferita la laurea Honoris
causa in Diritto allUniversità di Oxord.
Anche in Russia,
esauritasi ogni polemica, lopinione pubblica cominciò
a dimostrarsi favorevole nei suoi confronti. Quando tornò
in patria, in occasione della morte del fratello Nikolaj, gli vennero
riservate manifestazioni di grande consenso, tanto da fargli pensare
ad un ritorno definitivo nella sua terra. Ma tornato a Bougival,
Turgenev raramente fece ritorno in patria, anche se nei suoi viaggi
venivano sempre inseriti brevi soggiorni nella tenuta di Spasskoe,
e anche visite allamico Lev Tolstoj presso la tenuta di Jasnaja
Poljana.
Nonostante il sopravanzare di alcuni problemi di salute, Turgenev
non smise mai di scrivere, e portò a termine il racconto
Canto dellamore trionfante (1881) e una raccolta
di brevi composizioni liriche dal titolo Senilia - Poemi in
prosa (1882). A pochi mesi dalla morte completò il
racconto Klara Milic (1883).
Turgenev, già sofferente di angina pectoris, si ammalò
di cancro alla spina dorsale, malattia che gli procurò dolori
fortissimi: anche scrivere gli divenne troppo faticoso. Lultimo
suo racconto dal titolo La fine, come in un presentimento,
lo dettò a Pauline Garcia-Viardot.
Il 22 agosto 1883 morì nella sua casa di Bougival, assistito
da pochi amici francesi.
Il 27 settembre dello stesso anno, la sua salma, come da suo desiderio
espresso in vita, venne traslata nel cimitero di Volkovskij a Pietroburgo,
vicino alla tomba di Belinskij. Una grande folla partecipò
solennemente alla cerimonia di sepoltura.
OPERE
Turgheniev cominciò a farsi conoscere negli anni di studio
a Pietroburgo, come poeta di ispirazione romanticista. La sua prima
raccolta, Parascia, apparve nel 1843 e fu lodata da Belinskij. Esordì
in narrativa con Andrej Kolosov (1844), e in teatro con Un'imprudenza
(1843). Nel 1847 uscì sulla rivista «Sovremennik»
(Il Contemporaneo), Chor' e Kalinyc , il primo dei racconti rac
colti più tardi sotto il titolo di Memorie di un cacciatore
(1852).
Serie
di quadri di ambiente contadino, i racconti delle "Memorie
di un cacciatore" piacquero per il realismo semplice, non retorico,
con cui Turgheniev rappresentava la vita umile, dura, spesso dolorosa
del contadino russo.
L'opera, a detta di qualcuno, influì
sull'imperatore Alessandro II che stava preparando il provvedimento
di emancipazione dei servi della gleba.
Accanto alla narrativa Turgheniev continuò per qualche anno
l'attività di drammaturgo, che chiuse comunque definitivamente
nel 1852. Alternò commedie leggere e sentimentali come "Dove
il filo è sottile si spezza" (1847), "Una colazione dal maresciallo
della nobiltà" (1849), "Lo scapolo" (1849), a lavori di tipo
realistico-psicologico come "Pane altrui" (1848), "Un mese in campagna"
(1850), "La provinciale" (1851). Anche durante l'anno di confino continuò
a scrivere: "Mamu" (1854), "Un angolo tranquillo" (1855).
Nel 1856 uscì il suo primo romanzo, Rudin : il protagonista,
rappresentante del mondo intellettuale degli anni '40, è
il primo di quegli «uomini superflui» che torneranno
costantemente nell'opera turgeneviana: idealisti infiammati, eloquenti
ma privi di volontà, incapaci di azione, di scelte.
Nel 1859 uscì il secondo romanzo, Un nido di nobili. In
una città di provincia vive Maria Dmitrievna Kalitina, in
una bella casa gradevole, insieme alla vecchia zia Marfa Timofeevna
e alle figlie Liza e Lenocka. Molti i visitatori abituali. Gedeonovskij
uomo elegante e accurato, il giovane Pansin esperto di scienza mondana
e aspirante alla mano di Liza, l'insegnante di musica Lemm giovane
timido e schivo tedesco. Liza si innamora di Lavreckij: un uomo
considerato anziano, noto per la sua clamorosa rottura con la moglie
che l'aveva tradito a Paris.
Ora è tornato in patria, deciso
a ricostruirsi una nuova vita, occupandosi delle proprie terre.
Il loro è un castissimo, difficile amore, anche per i profondi
sentimenti religiosi di Liza.
Lavreckij crede di aver riacquistato
la propria libertà per la falsa notizia della morte della
moglie Varvara. L'arrivo inatteso della moglie fa crollare ogni
speranza. Costretti a lasciarsi, Liza entra in con vento nonostante
le suppliche della buona zia Marfa, mentre Lavreckij sistema convenientemente
la moglie e parte per cercare di dimenticare.
A "Un nido di nobili" seguì, un anno dopo, Alla
vigilia (1860). E nel 1862 Padri e figli. Quest'ultimo romanzo
suscitò particolare scandalo, e la critica radicale accusò
Turgheniev di connivenza con la reazione: fu ciò che spinse
Turgheniev a scegliere definitivamente di stabilirsi all'estero.
La vicenda di "Padri e figli" scaturisce dall'arrivo nella
casa di campagna del proprietario terriero Nikolaj Kirsanov, del
figlio Arkadij appena laureato, e dell'amico di questi Evgenij Bazarov.
Si delinea subito il conflitto tra le vecchie e le nuove generazioni.
Bazarov è un giovane medico, fiducioso nella sola realtà
delle scienze sperimentali. Un «nichilista», come lo
definisce Turgheniev.
Le idee di Bazarov turbano il buon Kirsanov
e irritano suo fratello, lo scettico e elegante Pavel. In una città
vicina i due giovani incontrano la bella vedova Anna Odincova. Bazarov
prova per lei una passione che diventa disperata quando ella, pur
attratta da lui, gli fa capire che non vuole imprevisti nella sua
calma esistenza.
Dopo un duello con Pavel, si rifugia nella fattoria
dei suoi genitori, che lo ammirano devotamente. Poco dopo, facendo
una autopsia, Bazarov contrae una infezione mortale che non vuole
curare: decide di lasciarsi morire. Anna Odincova accorre, lo assiste
nelle ultime ore con pietà, ma senza amore.
Erroneamente interpretato soprattutto come un romanzo sociale (e
per di più caricatura della nuova generazione), "Padre
e figli" è l'analisi sottile del conflitto generazionale che dominò gli anni '60: ai padri, aristocratici idealisti,
immobili nella loro privilegiata sclerosi, si oppongono i figli,
anti-idealisti, democratici, materialisti, "nichilisti"
secondo il termine coniato da Turgheniev, e che passò poi
alla pubblicistica del tempo.
Il romanzo successivo di Turgheniev,
Fumo (1867), risente di una esplicita irritazione dello scrittore.
Sullo sfondo di una Baden-Baden abitata da russi emigrati, personaggi
spesso assurdi e strampalati, c'è Litvinov, un uomo diviso
tra sogni, volontà d'azione e incertezza, debolezza, ingenuità.
In una delle prime pagine egli vede dal finestrino del treno che
lo riporta in Russia nuvole di fumo, fumo che avvolge ogni cosa,
la sua vita e la vita russa.
Tra
"Fumo" e Terre vergini (Nov', 877) passò un decennio:
la gestazione dell'ultimo romanzo di Turgheniev fu particolarmente
faticosa. Doveva essere il romanzo della Russia nuova, percorsa
dai fermenti seguiti alle riforme: il romanzo degli uomini nuovi
che lasciavano le città per «andare al popolo»,
risvegliare le coscienze, preparare la rivoluzione. Ma l'intenzione
ideologica troppo evidente rese il tono del romanzo schematico e
talvolta artificioso. Il romanzo ha per noi oggi valore solo storico
e documentario, proprio come testimonianza di un momento della storia
russa, del populismo intellettuale di quegli anni.
Accanto alla produzione dei grandi romanzi, Turgheniev affiancò
una feconda produzione di racconti: capolavori sono "Primo amore"
(1860), "Acque di primavera" (1872), "Il canto dell'amore trionfante"
(1881), "Clara Milic" (1882). Negli ultimi anni si dedicò a
brevi composizioni liriche, che intitolò prima "Senilia"
e poi Poemi in prosa (1882) e in cui con assoluta perfezione stilistica
diede voce al malinconico pessimismo della fine.
Turgheniev fu amico di Flaubert, di Zola, di B. Auerbach e di Henry
James. Fu nella seconda metà del XIX secolo lo scrittore
russo più apprezzato e conosciuto in Europa. Come scrittore
le sue radici sono saldamente inserite nella Russia del suo tempo,
di cui seppe registrare la complessità, l'inquietante tragico
conflitto tra il bisogno del nuovo e l'attaccamento spesso disperato
al vecchio. I suoi romanzi, in una lingua tra le più limpide,
perfette, della storia russa dopo Puskin, non sono semplici indagini
sociologiche ma attente letture psicologiche di un'epoca di grande
fermento. I suoi personaggi rimangono esempi ancor oggi suggestivi
di tormentata ambiguità, di sotterranea crescita spirituale.
Parascia (poesie, 1843)
Un'imprudenza (commedia, 1843)
Andrej Kolosov (1844)
Dove il filo è sottile si spezza (commedia, 1847)
Pane altrui (commedia, 1848)
Lo scapolo (commedia, 1849)
Una colazione dal maresciallo della nobiltà (commedia, 1849)
Un mese in campagna (commedia, 1850)
La provinciale (commedia, 1851)
Memorie di un cacciatore (1852)
Mumu (1854)
Un angolo tranquillo (1855)
Rudin (1856)
Un nido di nobili (1859)
Primo amore (racconto, 1860)
Alla vigilia (1860)
Padri e figli (1862)
Fumo (1867)
Acque di primavera (racconto, 1872)
Terre vergini (1872)
Il canto dell'amore trionfante (racconto, 1881)
Clara Milic (racconto, 1882)
Poemi in prosa (1882)
TURGENEV E SAN PIETROBURGO
Soggiorno a San Pietroburgo
Turghenieff scrisse Memorie di un cacciatore, unopera di
grande rilevanza sociale per la sua critica alla servitù
della gleba, mentre abitava in Bolshaya Konyushennaya ulitsa.
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der Internationalen Fachkonferenz aus Anlass des 175. Geburtstages:
Bamberg, 15.-18. September 1993, Sagner, Munchen, 1995.
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