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Tamerlano Gengis Khan Marco Polo Il Milione
   

Gengis Khan

tour uzbekistan Gengis Khan č uno dei pių famosi condittieri della storia.
Dopo aver unificato le tribù mongole, fondando l'Impero Mongolo, le condusse alla conquista della maggior parte dell'Asia Centrale, della Cina, della Russia, della Persia, del Medio Oriente e di parte dell'Europa orientale, dando vita, anche se per breve tempo, al più vasto impero terrestre della storia umana. Fu sepolto in un luogo tuttora ignoto della nativa Mongolia.
I primi anni di vita di Gengis Khan sono poco noti e controversi perché descritti solamente dopo la sua morte.
La madre Hoelun della tribù dei Merkit, da poco sposata con Yeke-Ciledu, fratello minore del capo della tribù dei Merkit, era stata rapita in una scorreria organizzata da Yesugei, con l'aiuto dei suoi fratelli, Nekun-taiji e Daritai.
Yesugei era il capo del clan Borjigin della tribù dei Kiyad, Mongoli praticanti il cristianesimo nestoriano, i due ebbero un primo figlio (ne ebbero quattro in tutto, tre maschi, Qasar, Qachiun e Temüge ed una femmina, Tamülün) a cui diedero il nome di Temüjin, in onore di un valoroso capitano Tartaro che il padre aveva appena catturato in battaglia. Il nome secondo alcuni derivava da tomor (ferro)
La sua data di nascita è incerta: alcuni storici propongono come anno di nascita il 1155 altri il 1167 mentre le cronache cinesi indicano il 1162.
Temüjin sarebbe nato tra le montagne della provincia del Hėntij, precisamente a Deluun Boldog (colle della malinconia), vicino al monteBurhan Haldun (una montagna sacra) tra le rive del fiume Onon e vicino al fiume Hėrlėn, presso Lamyn Uhaa (pressappoco l'attuale sumdi Bindėr non lontano da Ulaan Baataar). Per quanto riguarda il luogo esatto si pensa che sia vicino Dadal scelto come luogo di nascita di Gengis Khan del 1962, anche se tale scelta non è priva di critiche. Secondo la tradizione mongola nacque il giorno chiaro del primo mese dell'estate dell'anno del cavallo d'acqua del terzo ciclo (ogni ciclo del calendario mongolo era di 60 anni), e venne alla luce stringendo nel piccolo pugno un grumo di sangue, segno che il suo destino sarebbe stato quello di un grande guerriero.

L’infanzia di Gengis Khan
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All'età di 9 anni Yesugei decise che era giunto il tempo di organizzare il futuro matrimonio di suo figlio, convinto che fra i parenti della moglie avrebbe trovato una degna consorte partì verso oriente, durante il viaggio incontrò una famiglia del suo clan, gli Ungrat. La coppia aveva una figlia Börte, poco più grande di Temüjin, desiderosi di dargliela in sposa, dopo un breve colloquio con il padre Dai Seshen Yesugei si convinse a lasciare il figlio presso la famiglia. Yesugei nella via di ritorno incontrò un gruppo di tatari presso al monte Chekcher con cui banchettò seguendo le usanze locali, tre giorni dopo morì avvelenato. Houuln doveva badare oltre ai suoi quattro figli anche ai due avuti dal marito da altra donna (Bekter e Belgutai), e senza la protezione dei parenti che non le diedero la minima assistenza. La donna insegnò ai suoi figli come adoperarsi per procurarsi del cibo riuscendo a costruire reti e altri accessori per pescare.
Temüjin strinse amicizia con un ragazzo di nome Jamuka, figlio di un capo clan, con cui iniziò la consuetudine di scambiarsi dei regali diventando come fratelli di sangue, intanto la rivalità con Bekter portò quest'ultimo a rubare la preda di Temujin allora tredicenne, un'allodola, a nulla valse lamentarsi con la madre. Decise quindi di vendicarsi con l'ausilio di suo fratello, l'undicenne Khasar, uccidendo il fratellastro che stava sorvegliando del bestiame.
In seguito i Taciuti intervennero alla ricerca di Temüjin, guidati da Targutai, il ragazzo fuggi nel vicino bosco insieme ai suoi fratelli, per nove giorni e nove notti lo inseguirono fino alla cattura, avvenuta in quanto si arrese per la fame. Usarono con il prigioniero la kanga, una gogna di legno che usò contro l'uomo posto a sua guardia fuggendo dall'accampamento. Nel suo girovagare venne aiutato da Sorqan-shira, uno degli uomini che lo stava seguendo e i suoi figli che gli tolsero il marchingegno che indossava.
Un anno dopo le ricchezze della famiglia sono leggermente aumentate, possedevano nove cavalli e del bestiame, quasi tutti i cavalli vennero rubati, tranne uno su cui era salito per la caccia Belgutai. Temüjin decise di seguire i ladri, dopo tre giorni incontrò un ragazzo di nome Bogorchu, della stirpe dei Arulati, che decise di partire con lui, dopo altri tre giorni recupareno il maltolto senza uccidere i colpevoli che si danno alla fuga. Ritornati nella tenda di Bogorchu rifiuta qualunque ricompensa per l'aiuto fornito, che abbraccia il padre Naqu.
All'età di sedici anni Temüjin decise di prendere in moglie la ragazza conosciuta anni prima, Börte sposata con il rito del cerimoniale mongolo nel 1181-1182, ebbe in dono una pelliccia di zibellino nero, subito cercò alleati trovandoli nei suoi fratelli e in Bogorchu che convocò.

viaggi uzbekistanLa conquista del trono
Sapendo che Toghril, alla guida di un esercito, era amico di suo padre, Temujin decise di incontrarlo, per unire gli schieramenti. A nulla valsero antichi ricordi ma fu convinto dal regalo dello zibellino. Poco dopo, quando Temujin alloggiava nei pressi del burrone del Burgi-ergi alle sorgenti del Kerulen, un fabbro di nome Jardchiudai venne a rendergli omaggio offrendogli i servigi di suo figlio, Jelme.
Probabilmente nel 1184 i Merkit, memori del rapimento della moglie di Ciledu, fecero incursione nelle terre di Temujin, una servitrice li vide giungere e avvisò i presenti dell'imminente attacco, Houlun e Temulun fuggirono a cavallo mentre Borte venne nascosta in un carro dove venne trovata dagli uomini e portata dal fratello di Ciledu, Cilger che la volle in sposa, insieme alla madre di Belgutai, Sucigil. Si cercò il marito di Borte, le tribù capeggiate da Togtoga (Uduid), Dair-usun (Uwas) e Qaatai-darmala (Qaad) non riuscirono a trovarlo nei giorni seguenti, sino a quando decisero di abbandonare l'idea. Temujin aveva dormito per tre notti all'aperto trovando rifugio in capanne costruite con i salici nel Kaldun.
Toghril conferì a Temujin due divisioni di cavalieri a cui si aggiunsero ulteriori due da Jamuka, il suo fratello di sangue intervenuto dietro sua richiesta. Si radunarono, Temuhin percorrendo il fiune Tunggelig e il Tana, si unì a Toghril che con le sue truppe si era accampato ad Ail-qaragol, raggiungendo Jamuka in una valle, per un totale di circa 12.000 uomini. Vollero attaccare le varie tribù, la prima a cadere fu la stirpe degli Uduid, attaccati nel sonno, il loro capo Togtoga riuscì a fuggire. Si avvicinarono all'Hilok, attraversando con difficoltà di notte il fiume. Anche privi dell'effetto sorpresa i nemici fuggirono lasciando Borte e altre donne che divennero la ricompensa dell'appoggio militare. Borte era incinta del suo primo figlio, Juci, la cui paternità non era priva di dubbi. la coppia avrà altre tre figli: Jagatai, Ogodei e Tului. Sucigil preferì la fuga per la vergogna.offerte viaggi uzbekistan
Dopo un'orazione tesa a ringraziare il cielo per la vittoria, la famiglia di Temüjin visse con quella di Jamuka come se fosse una sola, fino a quando in un giorno di aprile quando i due stavano cavalcando con famiglie e membri del clan al seguito, Jamuka suggerì di accamparsi per la notte mentre Temujin decise di continuare il viaggio, separandosi. In quella stessa notte attaccarono un accampamento taiciuto e qui, il bambino superstite Kokochu, lasciato senza famiglia venne addotato da Hoelun come ennesimo figlio.
Dopo questa scelta molti clan minori decisero di seguire Temüjin, siamo intorno al 1190.
Toghril Khan e Temujin si dichiararono ufficialmente padre e figlio; venendo adottato dal Khan dei potenti Keraiti, in quel momento forse il capo mongolo più potente, vassallo dell'imperatore Chin, Temujin acquisì la credibilità necessaria a un capo. Durante questo periodo conobbe alcuni di quelli che lo resero potente e vittorioso e che vennero in seguito definiti i suoi quattro cani:
- Sübetei, della tribù Uriankhai
- Djelme, della tribù Uriankhai (fratello maggiore di Subedei)
- Djebe, della tribù Besud
- Mukali, della tribù Barula
Grazie al matrimonio con la figlia del capo keraita, Börte, Temüjin divenne uno dei possibili candidati al titolo di Khagan o "Gran Khan", carica rimasta vacante dopo le sconfitte subite ad opera dei Chin. Si riunirono in consiglio, un grande khurultai (il concilio dei capi tribù), vari elementi di spicco fra cui Altan (figlio di Kutula), Sacha-beki (pronipote di Kabul) e Quchar (o Kuchar) lo elessero Cinggis Khan o come recita la storia segreta Cinggis Khagan, la data dell'elezione è dubbia fra i resoconti degli storici dal 1185, all'estate del 1189, ma verosimilmente dovrebbe essere intorno al 1200. Da allora venne chiamato Gengis Khan.

 

offerta viaggio uzbekistanLa creazione dell'Impero
Organizzazione politica

Gengis Khan si diede a conquistare e organizzare i popoli, secondo un'impostazione politico-militare basata sulla mobilità e fortemente gerarchizzata: ogni tribù (ulus, che indicava anche il patrimonio collettivo) era indipendente, ma tutte erano sottomesse alla famiglia imperiale (cioè alla famiglia di Gengis Khan), il cosiddetto "casato della stirpe aurea", sacro poiché mitologicamente derivato dal Dio del cielo, Tengri, divinità suprema dei mongoli. L'impero nel suo insieme era l'ulus della famiglia imperiale. Tutti i khan offrivano fedeltà e rispetto al Gran Khan, che li sorvegliava con un rapido ed organizzato sistema di intendenti e corrieri. Creò nuove figure e ri-organizzò quelle esistenti.
Si dedicò ad un'amministrazione basata sulla scrittura, grazie a Tata Tonga, prigioniero che era a capo dell'amministrazione Naiman, a cui si chiese anche di insegnare la scrittura ai vari principi. Il tutto era posto sotto il controllo di Sigikan.
Marco Polo nel Milione descrive il modo in cui Gengis Khan finanziava la sua spesa militare e i fasti della corte dell'impero mongolo. Il Gran Khan aveva introdotto una moneta a corso forzoso, che poteva essere acquistata dietro conferimenti all'imperatore di oggetti in oro, argento e pietre preziose. Viceversa, la moneta non era rimborsabile al portatore con un controvalore metallico. A pena della morte, la moneta doveva essere l'unico mezzo di pagamento per l'acquisto di beni e servizi in tutto il regno, ed era vietato il baratto. Periodicamente, l'imperatore vietava il possesso privato di oro e altri preziosi, e disponeva che questi dovevano essere conferiti al re in cambio di banconote.
Organizzazione militare offerta tour uzbekistan
Ma l'aspetto più straordinario della personalità di Gengis Khan fu il genio in campomilitare, dalla formidabile tattica: le armate mongole, forti di arcieri a cavallo, attaccavano nel più completo silenzio, guidate solo da bandiere di diverso colore, compiendo manovre complesse in assoluta simmetria e coordinazione, il che incuteva una soprannaturale paura nel nemico.
Le tribù unificate adottarono il sistema militare degli Unni basato sul sistema decimale. L'esercito veniva suddiviso in unità di 10 (arban), 100 (yaghun), 1000 (minghan) e infine 10.000 (tumen) soldati. Durante gli spostamenti i soldati portavano con sé le famiglie e tutti i cavalli, che spesso ammontavano almeno a tre o quattro per cavaliere, avendo così sempre a disposizione animali di trasporto freschi. Inoltre creò una sua guardia personale di 10.000 uomini dove erano reclutati i figli dei comandanti.
Un altro aspetto fondamentale dell'organizzazione militare fu l'adesione totale alla meritocrazia: gli unici criteri presi in considerazione da Gengis Khan per stabilire il grado di un ufficialeerano la sua capacità e fedeltà, mentre i tradizionali parametri di nascita e stirpe erano praticamente ignorati. Il figlio di un guardiano di bestiame, Subedei, divenne uno dei suoi comandanti più stimati.
Gengis Khan curò anche la sua fama (l'"immagine") con calcolate azioni di straordinaria ferocia nel punire i nemici o di grande magnanimità verso gli alleati. La fama di inflessibile e invincibile fu un'ottima propaganda contro i suoi avversari politici, i quali sapevano che non sottomettersi equivaleva allo sterminio.

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Gengis aiutò Toghril a recuperare l'antico titolo ed il trono, sottratto da suo fratello, Erke-Kara ristabilendo l'antico splendore del suo padrino. lo aiutò nel conflitto contro i tatari, formando una coalizione priva del sostegno dei Giurkini, assediando vittoriosamente i due fortini a Naratu-sitigen e Qusutu-sitigen e uccidendo il loro capo, Megugin-segultu, Gengis tenne per sé una culla d'argento e altre cose e donò a sua madre un altro bambino rimasto senza genitori, chiamato poi Sigikan-Quduqu. Si combatterono quindi i Giurkini, uccidendo Sacha-beki e Taichu, mentre ancora un altro bambino venne dato ad Hoelun, Boroqul. Buri-boko, uno dei pretendenti al trono accettò di partecipare al torneo di lotta dove affrontò il fratello di Gengis, Belgutai e fu da lui ucciso come richiesto dal sovrano stesso.
Gengis si trovava ad affrontare il problema di un vecchio amico, Jamuka. Dopo l'omicidio di suo fratello Taichar, ucciso con una lancia dopo aver tentato di rubare del bestiame di proprietà dell'ordu khanale, egli utilizzò tale gesto come pretesto per organizzare un attacco al vecchio amico. Durante l'ultimo decennio del XII secolo riuscì a radunare un'armata di 20-30.000 uomini. Temujin avvertito in ritardo dell'attacco si ritirò nei meandri dell'Onon, nella gola di Jerene. Caduto Toghrul Gengis strinse amicizia con i Naiman, mentre molti si alleavano con il vincente Jamuka che venne eletto Gur-Khan (sovrano universale) a lui si unirono gli antichi nemici di Temujin, i taciuti. I Jurdecai (Uruguti), Quyldar (Manguti) e Mongliq si unirono a Gengis. Nello scontro successivo, avvenuto probabilmente nel 1202, per due volte Temujin fu vicino alla morta evitandola, una freccia colpisce la sua cavalcatura un'altra sfiora il suo collo,ma la punta era avvelenata e il veleno entra in circolo, Jelme la sera gli succhia via il veleno, il giorno seguente ripresosi vinse la battaglia e mise il suo avversario in fuga. Durante i controlli sul campo in seguito alla vittoria riportata Sorqan-shira si unì a Gengis. Un suo compagno, Jirqo confessò di essere stato lui a colpire mortalmente il destriero di Gengis ottenendo un nuovo nome, Jebe (ovvero punta di freccia) e il perdono unendosi all'armata. Kiriltuk, capo dei taciuti che in passato aveva tenuto prigioniero per poco tempo Temujin fu catturato da un traditore di un clan a lui sottoposto e dai suoi figli, ma decisero di abbandonarlo lungo la strada e di consegnarsi a Gengis che li arruolò.
Toghril nel corso di una battaglia contro i Naiman si trovò in difficoltà, cadde in disgrazia costretto a chiedere l'aiuto di Gengis lo ottenne. Si pensò a fortificare l'alleanza fra i due escogitando dei matrimoni combinati, ma lo stesso Nilqa, figlio di Toghrul non sembra concorde su questa linea di pensiero, Jamuka, ancora in libertà chiese l'aiuto di Toghrul che non riuscì a schierarsi contro il suo figlio. Nilqa convinse il padre a consentire a dare la mano della figlia a Juci, figlio di Gengis organizzando una festa per celebrare contro di lui una trappola, ma il sovrano venne avvisato e non partecipò al banchetto. Lo attaccarrono, riuscì a fuggire affiancando il fiume Kalka, le perdite furono elevate. Con pochi uomini fedeli giunse al Baljuna, dove vissero con privazioni bevenedo acqua fangosa e nutrendosi di carne di cavallo. Nel 1203 rinforzò il suo esercito pronto alla battaglia nella sua nuova base sul Kerulen. Dopo tre giorni di aspri combattimenti, dove riuscirono ad accerchiare il nemico, Gengis con seimila uomini al seguito, sconfisse le armate di Toghrul e Jamuka costringendoli alla fuga. Toghrul venne in seguito ucciso per errore mentre suo figlio venne ucciso a Kashgar. In seguito alla vittoria Gengis ottenne per lui Ibaka, figlia di Jaka-Gambumentre diede la sorella Sorgaqtani al figlio Tului, la cui prole sarà importante per la storia mongola.tour organizzato uzbekistan
Nel maggio del 1204 Gengis decise di attaccare i Naiman a cui comando vi era Tai Buqa (conosciuto con il nome di Tayang), stanchi del lungo viaggio decisero di accamparsi vicino al campo nemico e sotto indicazioni di Temujin ogni uomo accese cinque fuochi dando l'impressione che vi fossero un elevato numero di nemici, tale stratagemma spaventò gli avversari, ma sotto insistenza di suo figlio Kuchlug Tayang decise di attaccarli. L'attacco fallisce grazie ai «quattro cani da caccia» (Jebe, Jelme, Subotei e Kubilay) e lo stesso Tayang muore per le ferite riportate. Jamuka fuggì ancora chiedendo l'aiuto dei Merkit. Venne sconfitto e fatto prigioniero, a lui fu data una morte onorevole per strangolamento e il suo corpo seppellito. Si aggiunsero alle sue fila i «quattro cavalli da caccia», Bogorchu, Muqali, Boroqul e Cilagun.
La lotta per il potere durò alcuni anni ed ebbe termine quando il futuro sovrano dei Mongoli sconfisse le forze dei Karaiti e dei loro alleati, arrivando a porre sotto il suo dominio l'intera area del Gobi nel 1206, quando il kuriltay, all'epoca un'assemblea in seguito il parlamento mongolo, al Lago Blu lo elessero capo della nazione.
Dair-Usun dei Merkiti Uwas dopo essersi arreso diede omaggio della propria figlia, Qulan, ricevuta con Naya.

Assoggettamento degli Xia
Fra i vari paesi confinati si scelse di attaccare per primo il ricco popolo degli XI Xia (o Hsi Hsia), nel 1205 il primo attacco, saccheggiarono il Gansu, conquistare la fortezza di Li-ki-li e attaccare Lozo-khoto nel 1206 dopo il kurilitai il nuovo sciamano Kokochu, chiamato anche Teb-Tengri influenzò il giudizio di Gengis che imprigionò suo fratello Joci-Kasar accusandolo di tramare contro di lui, in seguito lo liberò privandolo di molti benefici acquisiti. In seguito venne ucciso in una lite con Temuge-odcigin e nominato Usun al suo posto, furono momenti di tensione nel regno di Gengis. Nel 1207 a Joci venne affidata l'armata destra dell'esercito ei Kirghisi vennero pacificatamente sottomessi ottenendo dal padre la signoria di tali territori. Alcuni Tumati guidati da Botoqui Nella resistenza, approffittando di una fitta vegetazione a cui i mongoli non erano abituati, Boroqul venne ucciso e Qorci fatto prigioniero. Gengis inviò quindiDorbai, che abbattendo molti alberi e facendosi strada in quella selva riuscì a soprendere il nemico. I turchi Karluk si arresero senza combattere a Gengis, lo stesso fecero gli Uiguri.
tour samarcandaContemporaneamente al khurultai Genghis Khan si trovò coinvolto in una disputa con gli Xia Occidentali; fu la prima guerra del nuovo khan che, malgrado le difficoltà di conquistare le ben fortificate città degli Xia. Nel 1207 i mongoli attaccarono alcune province tangute trovando difficoltà contro Wulahai I vari attacchi si conclusero senza la vittoria mongola.
Nella primavera del 1209, vi fu la vera invasione, probabilmente scelse di marciare per 500 km da Avraga percorrendo le rive del fiumeOngi e poi per altri 300 km sino ai monti Helan, raggiungendo il deserto dell'Ala Shan, quando seppero dell'attacco si chiese l'aiuto degli Kin che rifiutarono di intervenire. Giunsero alla loro capitale, città che in seguito si chiamò Yinhuan, l'esercito in difesa contava su circa 70.000 uomini a cui si aggiunsero successivamente circa altri 50.000. L'assedio dopo alcuni mesi terminò e gli uomini di Gengis finsero di ritirarsi nacondendosi nelle vicine colline. Solo un piccolo gruppo era rimasto nell'accampamento, i soldati di Xia li attaccarrono e vennero colti in trappola. La città non era ancora espugnata, si cercò di sottometterla abbattendo le dighe vicine, ma l'acqua non giunse agli edifici della città mentre furono gli stessi mongoli a dover lasciare il luogo per trovare un riparo sicuro dall'allaggamento che avevano causato. I tanguti notando le perdite decisero di sottommetersi a Gengis offrendo la figlia di Li-Ngan-Tsuan, il loro imperatore, Tsaka, come sposa, il popolo era praticamente ridotto ad un protettorato. Nel viaggio di ritorno si racconta di una leggenda legata ad un incontro con un unicorno.
Nella capitale venivano inviati oggetti d'oro da tutte le parti del regno per accrescere il tesoro reale. In cambio venivano rilasciati certificati di possesso cartacei, equivalenti alle odierne banconote. Queste somme, come l'oro, erano spendibili dai proprietari per l'acquisto di beni e servizi. Con una simile riserva aurea, fu possibile coniare la moneta necessaria per le spese di guerra. Con la conquista di nuove terre e oro, la riserva veniva reintegrata potendosi così finanziare nuove conquiste.

Invasione della Cina tour via della seta
Da tempo Gengis mal sopportava il regno del nuovo imperatore della Cina, Wei, decise quindi nella primavera del 1211 di dichiarargli guerra. Radunò l'esercito nelle valli a sud dell'Hentej per attraversare poi, in più ondate, il deserto del Gobi, riuscendo a controllare le risorse d'acqua disponibili, le cifre parlano di complessivamente 100.000-120.000 uomini con l'utilizzo di 300.000 cavalli. L'esercito si avventurò verso il passo poi chiamato Huan-erh-tsui da cui si poteva dirigiere verso Pechino. I cinesi potevano contare sul comandante Zhi-zhong che preferì inviare un suo messaggero, tale Ming-an, che si unì all'esercito invasore. Saputo che le truppe nemiche li attendevano al passo Gengis decise di utilizzare gli arcieri per decimare la cavalleria nemica che non poté rapidamente ripiegarsi. L'attacco mongolo li costrinse comunque ad indietreggiare danneggiando la fanteria cinese, fu una delle più importanti vittorie dei mongoli Forti della vittoria i mongoli non risucirono ad approffitarne, l'estate successiva ci furono solo piccoli conflitti, intanto Jebe assediò l'antica capitale Mukden che in seguito prese il nome di Shenyang che conquistò il 4 febbraio 1212 con il solito stratagemma del finto abbandono. Gli assalti continuarono sino nell'autunno quando in una battaglia Gengis rimase colpito da una freccia, decidendo di ritirarsi per alcuni mesi. Nell'estate grazie ai generali Subotei e Jebe conquistò la fortezza situata a difesa della Bocca del tasso evitando le numerose trappole disseminate li vicino.
Inizialmente le operazioni contro i Chin ebbero lo stesso andamento di quelle contro gli Xia. I Mongoli ottennero numerose vittorie in campo aperto ma fallirono nei loro tentativi di conquistare le principali città. Gengis Khan ed i suoi ufficiali superiori si dedicarono allora allo studio delle tecniche di assedio, aiutati da ingegneri cinesi disertori, fino a diventare specialisti in quel campo militare. Negli attacchi i mongoli usavano i prigionieri, prima li radunavano e poi dava loro l'ordine di porsi in testa ad ogni assalto.
Come risultato delle vittorie in campo aperto e di alcune conquiste di fortificazioni, i mongoli nel 1213 si spinsero a sud della Grande Muraglia. Vennero conquistate alcune roccaforti come Huailai in mano a Tului Jebe intanto fece scompiglio nella gola di Ningwu. Essi avanzarono con tre eserciti fino al cuore del territorio della Cina tra la Grande Muraglia ed il Fiume Giallo. Il generale Zhi-zhong uccise l'imperatore, diventando reggente e controllando il nuovo imperatore. Egli inviò Kaoshi (o Kao-ch'i), con 6.000 uomini minacciandolo di morte in caso di fallimento, dopo la sconfitta anticipò le mosse del reggente decapitandolo, quindi portò la testa mozzata al nuovo imperatore che lo nominò vicecomandante dell'impero. Nell'autunno Gengis decise di dividere il suo esercito in tre parti, la prima comandata da Gengis e Tului si diresse verso sud, la seconda a Joci, Jagatai e Ogodei e la terza che doveva giungere e costeggiare il mar giallo per poi attaccare la Manciuria era affidata a Joci-Kasar e Temuge. Si riunirono tempo dopo, gravati dal caldo e dalle epidemie nel 1214 vicino a Pechino. La città era difesa da quattro fortezze limitrofe dove si erano rifiugiati i vari capi politici e militari ed ognuno guidava un piccolo esercito di 4000 uomini.
tour uzbekistan di gruppoL'imperatore Xuan Zong aprì i negoziati con i mongoli ottenendo il loro ritiro a maggio, pagando un riscatto notevole, fra cui 3000 cavalli, un quantitativo di seta pari a 90 km, 1000 giovinetti e Shikuo, figlia dell'imperatore come nuova consorte per Gengis. Iniziò il ripiegamento dei soldati eliminando i vari prigionieri decapitandoli, decidendo di porre una base nell'oasi di Dolon. Gengis appena seppe dell'intenzione dell'imperatore di spostare la capitale cinese a Kaifeng si irritò sentendosi offeso da tale comportamento tornando con il suo esercito nel settembre dello stesso anno alle porte di Pechino. Prima del termine del 1214 inviò due contingenti comandati da Joci-Kasar e Muqali nella manciuria, il primo non incontrò ostacoli sottomettendo i popoli che incontrò, il secondo utilizzò anche l'astuzia per le sue conquiste, compresa la città Paicheng, mentre distrusse alcune città che gli avevano resistito lasciando in vita soltanto falegnami, muratori e attori. In primavera furono inviati rinforzi dalla nuova capitale cinese che vennero annientati, i mongoli ottennero una schiacciante vittoria a Patseu dove 3000 mongoli sconfissero quasi 39000 soldati jin, e 1000 carri furono recuperati e utilizzati dai mongoli.
Conquistò numerose città falangi cinesi e del Khitai si unirono ai mongoli, mentre a Yanjing (in seguito nota come Pechino rimase solo il generale Fusing, ed infine, nel 1215, la città nel marzo del 1215 venne assediata e saccheggiata. In pochi mesi si diffusero tifo e malattie endemiche, mentre Gengis era già partito lasciando Sigikan-Quduqu con Onggur e Arqai-Kasar. Il generale Wan-yen Fu-hing scelse la morte avvelenandosi, e anche Kao-ch'i si suicidiò. Liu-ke, leader khitan si alleò con Gengis, mentre si giunse sino in Corea liberandola dai Khitan ribelli, ricevendo in cambio 100.000 fogli di carta, per cui rifornì la cancelleria.
L'imperatore mongolo organizzò la sua offensiva: inviò un esercito di 60000 uomini verso Ordos a sud del fiume giallo con l'obiettivo di attaccare Kaifeng alle spalle. Durante l'inverno del 1217 sostennero diverse battaglie contro un esercito più numeroso, percorrendo 1000 chilometri, 800 solo in sessanta giorni, trovando le difese nemiche insuperabili si decise in un ritiro delle truppe. Yelu Chucai, consigliere dell'imperatore, venne fatto prigioniero e divenne consigliere di Gengis, pratico di medicina curò più volte le truppe mongole, egli spronava lo sviluppo delle città da cui si potevano ottenere le ricchezze. La città di Taming venne conquistata nel 1217 poi perse e infine ripresa nel 1220, segno che i cinesi non avevano ancora rinunciato al loro territorio. Taiyuan e Pingyao si arresero nel 1218 e nel 1220 venne espugnata Jinan.
Intanto Kuchlug deposto khan della tribù mongola dei Naiman, era fuggito verso ovest ed aveva usurpato il trono nel khanato Kara-Khitan, il più occidentale degli alleati di Gengis Khan, dove nel 1211 vi aveva chiesto asilo. Cercò di ampliare i confini del regno assassinando Buzar, il re di Almalik, un protetto di Gengis, assediò poi la città che chiese aiuto all'imperatore mongolo: nel 1218 egli inviò Jebe accompagnato solamente da due tumen, 20000 soldati, Kuchlug fuggì a sud verso il Kashgar, Jebe lo inseguì vietando ogni genere di razzia, il fuggiasco venne catturato da dei cacciatori che lo consegnarono nelle mani mongole e fu decapitato.
A Kaifeng nel 1234 il suo successore fu definitivamente sconfitto ponendo fine alla dinastia Chin. Il Kara-Khitan venne annesso allo Stato mongolo.
Nel 1218 le terre controllate da Gengis Khan si estendevano verso ovest fino al lago Balkhash confinando con Khwārezm, uno Stato islamico che giungeva fino al Mar Caspio, al Golfo di Persia ed al Mar Arabico.

La guerra contro l'impero irano-persiano di Khwārezm tour organizzato uzbekistan
Kuchlug aveva stretto per un breve periodo un'alleanza con lo scià del Khwārezm, Muhammad, terminata con l'uccisione dell'alleato, egli era pesantemente influenzato dalla madre, Terken e notoriamente inflessibile contro la sua gente. Nel 1215 gli emissari del Khwārezm videro i resti di Pechino, poi visitarono Gengis e furono ben accolti. Nel 1218 l'imperatore mongolo inviò alcuni emissari nella provincia più orientale del Khwārezm (Corasmia) per parlamentare con il governatore di questa, portarono in dono beni preziosi come oro, giada e avorio, chiedendo di poter iniziare un commercio fra i due popoli, il gruppo di musulmani capeggiati da Ukuna vennero inizialmente arrestati. Gengis inviò allora tre emissari da Muhammad chiedendo il rilascio dei suoi uomini e di consegnargli il governatore della città che aveva ordinato l'arresto. Lo scia ne fece uccidere uno, maltrattò i restanti due e fece uccidere e gli emissari precedenti vennero trucidati e i loro beni sequestrati. Prima di intraprendere il viaggio chiese consiglio a Qui Changchun, chiese quindi agli alleati il loro sostegno, mentre Asa rifiutò ogni appoggio militare oltraggiando Gengis. Preparò un esercito numeroso, a seconda delle fonti si parla di 100.000, di 150.000 di 200.000 uomini o secondo altri 600-700.000 000 cavalieri.http://it.wikipedia.org/wiki/Gengis_Khan - cite_note-104
Dopo le esperienze con gli assedi portati alle città cinesi i mongoli si industriarono con arieti, scale estraibili, torre mobili, bombe incendiare e balestre in grado di perforare le mura nemiche. I prigionieri erano utilizzati anche per le costruzioni di ponti e starde che servirono lungo il viaggio oltre all'essere utilizzati come prima linea in battaglia. Una volta conquistate le città nemiche l'esercito aumentava in numero e in forza bellica. Gengis lasciò il comando a Temuge-odcigin e decise di portare una delle mogli, Qulan nel suo viaggio. Prima di partire si recò su un'alta montagna dove rimase senza cibo e acqua in segno di penitenza. Nell'autunno del 1219 partitono, giunti vicino a Otrar Gengis decise di dividere l'esercito in quattro gruppi, Ogodei e Chagatai assediarono la città, Jochi si diresse verso le città di Signak e Jand mentre Gengis e suo figlio Tolui avanzarono verso sudovest. Otrar resistette per cinque mesi all'assedio, forte di un presidio di 80000 uomini poi capitolò in quanto un comandante con l'intenzione di disertare decise di utilizzare un passaggio per uscire dalla città, venen scoperto dai mongoli catturato e ucciso mentre il passaggio venne utilizzato dagli invasori per penetrare all'interno della città.
La campagna che seguì fu forse una delle più sanguinose, con molte città che vennero messe a ferro e fuoco e le loro popolazioni sterminate; secondo alcune tradizioni, nella sola città di Merv vennero uccise un milione e mezzo di persone. Nel 1223 il Khwārezm viene annesso ai domini mongoli, comprese città come Samarcanda e Bukhara.
Le truppe mongole si diressero poi a nord dove venne conquistato il regno della Grande Bulgaria, la cui popolazione fu deportata.

uzbekistan di gruppoLa campagna finale
Durante la campagna contro Khwarizm l'imperatore degli Xia occidentali (vassallo dei mongoli), che si era rifiutato di prendere parte alla guerra, strinse un'alleanza anti-mongola con i Chin. Dopo aver fatto riposare ed aver riorganizzato l'esercito, Gengis Khan si preparò alla guerra contro di loro.
Nello stesso tempo, conscio del passare degli anni, Gengis Khan decise di stabilire le regole per la sua successione in modo da evitare conflitti tra i suoi discendenti. Djuci, il primo figlio prescelto e preferito era già morto, e così egli nominò Ögödei, suo terzo figlio, come successore, stabilendo un criterio per la selezione dei successivi khan, specificando che essi sarebbero dovuti essere suoi discendenti diretti.
Nel 1226 Gengis Khan attaccò i Tanguti, accusandoli di aiutare i suoi nemici. Nel febbraio di quell'anno conquistò le città di Heisui, Gan-zhou e Su-zhou. In autunno prese Xiliang-fu. Un generale Xia sfidò i mongoli in battaglia vicino ai monti Helanshan (Helan significa grande cavallo nel dialetto del nord) ma le sue armate vennero sconfitte. In novembre Gengis Khan pose l'assedio alla città tanguta di Ling-zhou, attraversò il Fiume Giallo e sconfisse un esercito venuto in soccorso di Xia.
Nel 1227 Gengis Khan attaccò la capitale dei Tanguti ed in febbraio assunse il controllo di Lintia-fu. In marzo conquistò la prefettura di Xining e la città di Xindu-fu. In aprile conquistò la prefettura di Deshun dove il generale Xia, Ma Jianlong, resisté per giorni guidando personalmente le cariche della cavalleria fuori dalle porte della città. Ma Jianlong infine cadde trafitto da una freccia e Gengis Khan, dopo aver conquistato Deshun, si mosse verso le montagne di Liupanshan per sfuggire alla calura dell'estate.

La morte
Non è chiara la causa della sua morte; di certo si sa che morì dopo una lunga agonia, forse causata da un trauma riportato a seguito di una caduta da cavallo.
La motivazione è però certamente correlata ad uno scontro coi Tanguti; si suppone che sia morto per le fatiche sostenute in battaglia alla sua veneranda età oppure alle ferite riportate in quest'ultima; alcuni imputano lo scontro ad una rappresaglia per il rapimento di una principessa tanguta che era stata consegnata a Gengis Khan come bottino di guerra.
Comunque fosse, a metà del 1227 Gengis Khan in agonia si rese conto che la sua fine si avvicinava. Dopo aver confermato Ögödei come successore (il primogenito prescelto Djuci era già morto), dettò dal suo letto di morte al figlio più giovane, Tolui, le istruzioni per completare la distruzione dell'impero Chin.
Morì lasciando un impero che si estendeva dalla Siberia al Kashmir, al Tibet, al Mar Caspio, al Mar del Giappone. Nonostante i genocidi, le deportazioni di massa e le distruzioni delle città rase al suolo e ricostruite da zero, l'Impero mongolo era solido, pacifico, con genti diverse per stirpe, lingua e religione che convivevano armoniosamente sotto l'equa e inflessibile pax mongolica.
Il suo corpo venne riportato in Mongolia e sepolto in una località segreta, probabilmente insieme a molti servi uccisi per l'occasione. Tutta l'area intorno, per centinaia di chilometri quadrati, venne dichiarata interdetta all'accesso (horig) e sorvegliata dalle guardie Urianhai (il fedele gruppo tribale di Subedei), oltre ad essere volutamente calpestata da centinaia di cavalli per cancellare ogni traccia della sepoltura.
Per decenni varie spedizioni americane e giapponesi hanno tentato inutilmente di ritrovare il sepolcro del grande sovrano, che però resta a tutt'oggi introvabile. D'altronde, non è mai stata scoperta lapide o tomba di capo mongolo, perché questo popolo, tradizionalmente, non ha mai adottato segni sepolcrali del genere.
Dopo la sua morte, e per un paio di anni, rimase reggente ad interim Tolui (fratello di Ogodei) in attesa del concilio del Kuriltai del 1229.

Caratteristiche fisiche
tour di gruppo samarcanda
Non esistono ritratti o raffigurazioni attendibili di Temujin in quanto sono tutte opere postume e da ritenersi interpretazioni artistiche fantasiose, compresa la più famosa raffigurazione conservata al National Palace Museum di Taipei (Taiwan); di certo dalle descrizioni dell'epoca e da quanto tramandato dallo storico persiano Rashid al-Din, si viene a sapere che nella famiglia di Temujin erano tutti alti, con capelli rossi, lunghe barbe ed occhi verdi, tutte caratteristiche anomale per le razze asiatiche su cui al tempo si erano costruite alcune leggende e sicuramente tratti fisiognomici che non passavano certo inosservati tra i Mongoli.

L’eredità di Gengis Khan
Gengis Khan ebbe da varie mogli e concubine numerosi figli e figlie, a ciascuno dei quali vennero assegnati titoli e guerrieri, ma per i 4 figli maschi avuti dalla prima e principale moglie Börte furono riconosciuti i più alti onori ed il diritto di successione per le cariche più rilevanti; questi 4 erano:
- Djuci, dalla cui discendenza nacquero sovrani e condottieri dell'Orda d'Oro.
- Djagatai,
- Ögödei, il successore investito dallo stesso Temujin
- Tolui, padre di Kublai Khan
Le successive mogli che gli avevano dato figli e di cui si abbia traccia, furono:
- Qulan Khatun dei Merkit,
- Yesugan dei Tatari,
- Chi Kuo della Cina,
- Yesulun dei Tatari,
- Abika Khatun dei Keraiti,
- Gurbasu Khatun dei Naiman,
- Chaga Khatun dei Tanguti,
- Moge Khatun (poi moglie di Ogodei),
- una concubina dei Naiman madre di Djurchetai e una concubina dei Tatari madre di Orchakan.
Da altre concubine ebbe il figlio Aladjai, una figlia che sposò Togutshar ed un figlio che gli diede il nipote Mutugen.
Recenti ricerche hanno messo in evidenza come l'estensione dell'impero mongolo abbia ricadute visibili ancora oggi nel patrimonio genetico della popolazione eurasiatica. Si è calcolato che circa l'8% delle persone che vivono nei territori un tempo sottomessi ai Mongoli hanno cromosomi Y identici: l'ipotesi più accreditata è che questo sia proprio uno dei risultati delle invasioni mongole.
L'opera politica e militare di Genghis Khan presenta luci ed ombre; accanto a iniziative positive come il sistema postale, il divieto dell'uso della tortura, l'esenzione per insegnanti e dottori dal pagamento delle tasse od il principio della libertà di religione, molti cronisti forniscono dati impressionanti sulle stragi compiute dai Mongoli durante le loro conquiste. Ad esempio, la Cina avrebbe avuto prima dell'invasione una popolazione di 100 milioni di abitanti che si era ridotta a 60 milioni nel 1300, ossia circa cinquant'anni dopo la conquista dei Mongoli; in particolare le popolazioni a nord del fiume giallo, facenti parte della dinastia Song settentrionale, si ridussero da 46 milioni a soli 4,5 milioni. Queste dure iniziative non furono mai gratuite o irrazionali, ma sempre inquadrate nell'ambito di un disegno strategico, che doveva rafforzare l'immagine dei mongoli come inflessibili e imbattibili, agendo da deterrente contro i possibili oppositori.

 

 

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Gengis Khan (o Genghis, tartaro Чингис Хан, pron. Gingis Khan), nato come Temujin o Temulujin[1] (altaico Temuçin, pron. Temucin), (alto corso dell'Onon, 16 aprile 1162 – 18 agosto 1227) è stato un condottiero e sovrano mongolo. Dopo aver unificato le tribù mongole, fondando l'Impero Mongolo, le condusse alla conquista della maggior parte dell'Asia Centrale, della Cina, della Russia, della Persia, del Medio Oriente e di parte dell'Europa orientale, dando vita, anche se per breve tempo, al più grande impero della storia umana. Fu sepolto in un luogo tuttora ignoto della nativa Mongolia.
Infanzia. I primi anni di vita di Gengis Khan sono poco noti e controversi perché descritti solamente dopo la sua morte e, per complicare la materia, le pochissime fonti coeve di notizie sono spesso discordanti.
La madre Hoelun della tribù dei Merkit era stata rapita in una scorreria ed assegnata come bottino di guerra a Yesugei, il capo del clan Borjigin della tribù dei Kiyad, Mongoli praticanti il cristianesimo nestoriano; i due tra il 1155 e il 1167 ebbero un figlio (il terzogenito) a cui diedero il nome di Temüjin, in onore di un valoroso capitano Tataro che il padre aveva appena catturato in battaglia.Temujin sarebbe nato tra le montagne del Khentii Aimag, precisamente a Deluun Boldog sul monte Burkhan Khaldun (la Montagna Sacra) tra le rive del fiume Onon e vicino al fiume Kherlen, presso Lamyn Uhaa (pressapoco l'attuale Binder sumun non lontano da Ulaan Baataar) nell'anno 1162. Secondo la tradizione mongola nacque il giorno chiaro del primo mese dell'estate dell'anno del cavallo d'acqua del terzo ciclo (ogni ciclo del calendario mongolo era di 60 anni), e venne alla luce stringendo nel piccolo pugno un grumo di sangue, segno che il suo destino sarebbe stato quello di un grande guerriero.[2]
I suoi primi anni di vita furono segnati dalle lotte e vendette tra le tribù vicine, dalla morte del padre, nel 1175 ad opera dei confinanti Tatari Merkit, all'ostracismo della tribù che non intendeva accettare un capo troppo giovane. Negli anni a seguire Temüjin e la famiglia vissero come poveri nomadi. Temujin aveva due fratelli maggiori, Khasar e Khajiun, un fratello minore, Temuge, ed una sorella, Temulin.
Non esistono ritratti o raffigurazioni attendibili di Temujin in quanto sono tutte opere postume e da ritenersi interpretazioni artistiche fantasiose, compresa la più famosa raffigurazione conservata al National Palace Museum di Taipei (Taiwan); di certo dalle descrizioni dell'epoca e da quanto tramandato dallo storico persiano Rashid al-Din, si viene a sapere che nella famiglia di Temujin erano tutti alti, con capelli rossi, lunghe barbe ed occhi verdi, tutte caratteristiche anomale per le razze asiatiche su cui al tempo si erano costruite alcune leggende e sicuramente tratti fisiognomici che non passavano certo inosservati tra i Mongoli.
La conquista del trono. Nel 1202 Toghril Khan e Temudjin si dichiararono ufficialmente padre e figlio; venendo adottato dal Khan dei potenti Keraiti, in quel momento forse il capo mongolo più potente, vassallo dell'imperatore Chin, Temujin acquisì la credibilità necessaria a un capo. Durante questo periodo conobbe alcuni di quelli che lo resero potente e vittorioso e che vennero in seguito definiti i suoi quattro cani:
Sübetei, della tribu' Uriankhai Djelme, della tribu' Uriankhai (fratello maggiore di Subedei)
Djebe, della tribu' Besud Mukali, della tribu' Barula
Grazie al matrimonio con la figlia del capo keraita, Börte, Temüjin divenne uno dei possibili candidati al titolo di Khagan o "Gran Khan", carica rimasta vacante dopo le sconfitte subite ad opera dei Chin. La lotta per il potere durò alcuni anni ed ebbe termine quando il futuro sovrano dei Mongoli sconfisse le forze dei Karaiti e dei loro alleati, arrivando a porre sotto il suo dominio l'intera area del Gobi nel 1206.
Subito dopo, Temüjin, durante un grande khurultai (il concilio dei capi tribù), ottenne il titolo di Khagan, cioè "khan dei khan" di tutti i mongoli che sotto di lui avevano trovato un'unità nazionale. Da allora iniziò ad essere chiamato Genghis Khan che significa "Sovrano Universale", "Sire di tutti gli uomini" o anche "Signore Oceanico".
La creazione dell'Impero Gengis Khan si diede a conquistare e organizzare i popoli, secondo un'impostazione politico-militare basata sulla mobilità e fortemente gerarchizzata: ogni tribù (ulus, che indicava anche il patrimonio collettivo) era indipendente, ma tutte erano sottomesse alla famiglia imperiale (cioè alla famiglia di Gengis Khan), il cosiddetto "casato della stirpe aurea", sacro poiché mitologicamente derivato dal Dio del cielo, Tengri, divinità suprema dei mongoli. L'impero nel suo insieme era l'ulus della famiglia imperiale. Tutti i khan offrivano fedeltà e rispetto al Gran Khan, che li sorvegliava con un rapido ed organizzato sistema di intendenti e corrieri. L'Eurasia prima dell'avanzata mongolaMarco Polo nel Milione[3] descrive il modo in cui Gengis Khan finanziava la sua spesa militare e i fasti della corte dell'impero mongolo. Il Gran Khan aveva introdotto una moneta a corso forzoso, che poteva essere acquistata dietro conferimenti all'imperatore di oggetti in oro, argento e pietre preziose. Viceversa, la moneta non era rimborsabile al portatore con un controvalore metallico. A pena della morte, la moneta doveva essere l'unico mezzo di pagamento per l'acquisto di beni e servizi in tutto il regno, ed era vietato il baratto. Periodicamente, l'imperatore vietava il possesso privato di oro e altri preziosi, e disponeva che questi dovevano essere conferiti al re in cambio di banconote.
Organizzazione militare. Ma l'aspetto più straordinario della personalità di Gengis Khan fu il genio in campo militare, dalla formidabile tattica: le armate mongole, forti di arcieri a cavallo, attaccavano nel più completo silenzio, guidate solo da bandiere di diverso colore, compiendo manovre complesse in assoluta simmetria e coordinazione, il che incuteva una soprannaturale paura nel nemico.
Le tribù unificate adottarono il sistema militare degli Unni basato sul sistema decimale. L'esercito veniva suddiviso in unità di 10, 100, 1000 e infine 10.000 tumen (soldati). Durante gli spostamenti i soldati portavano con sé le famiglie e tutti i cavalli, che spesso ammontavano almeno a tre o quattro per cavaliere, avendo così sempre a disposizione animali di trasporto freschi.
Un altro aspetto fondamentale dell'organizzazione militare fu l'adesione totale alla meritocrazia: gli unici criteri presi in considerazione da Gengis Khan per stabilire il grado di un ufficiale erano la sua capacità e fedeltà, mentre i tradizionali parametri di nascita e stirpe erano praticamente ignorati. Il figlio di un guardiano di bestiame, Subudei, divenne uno dei suoi comandanti più stimati.[2]
Gengis Khan curò anche la sua fama (l'"immagine") con calcolate azioni di straordinaria ferocia nel punire i nemici o di grande magnanimità verso gli alleati. La fama di inflessibile e invincibile fu un'ottima propaganda contro i suoi avversari politici, i quali sapevano che non sottomettersi equivaleva allo sterminio.
L'avanzata di Gengis. Assoggettamento degli Xia [modifica]
Contemporaneamente al khurultai Genghis Khan si trovò coinvolto in una disputa con gli Xia Occidentali; fu la prima guerra del nuovo khan che, malgrado le difficoltà di conquistare le ben fortificate città degli Xia, ottenne una sostanziale vittoria, fino al punto che, quando nel 1209 venne stipulata la pace, questo popolo era praticamente ridotto ad un protettorato, tanto che il loro imperatore dovette accettare Genghis Khan come suo signore.
Nella capitale venivano inviati oggetti d'oro da tutte le parti del regno per accrescere il tesoro reale. In cambio venivano rilasciati certificati di possesso cartacei, equivalenti alle odierne banconote. Queste somme, come l'oro, erano spendibili dai proprietari per l'acquisto di beni e servizi. Con una simile riserva aurea, fu possibile coniare la moneta necessaria per le spese di guerra. Con la conquista di nuove terre e oro, la riserva veniva reintegrata potendosi così finanziare nuove conquiste.
Invasione della Cina. L'avanzata mongola in EurasiaNel 1211 le genti mongole erano unificate, quindi Gengis Khan guardò alla Cina; questo obiettivo di maggior respiro fu scelto sia per vendicare antiche sconfitte, ma anche per conquistare le ricchezze dell'Impero celeste. Gengis Khan dichiarò guerra quell'anno e inizialmente le operazioni contro i Chin ebbero lo stesso andamento di quelle contro gli Xia. I Mongoli ottennero numerose vittorie in campo aperto ma fallirono nei loro tentativi di conquistare le principali città.
Con la mentalità che gli era tipica, logica e determinata, Genghis Khan ed i suoi ufficiali superiori si dedicarono allora allo studio delle tecniche di assedio, aiutati da ingegneri cinesi disertori, fino a diventare specialisti in quel campo militare.
Come risultato delle vittorie in campo aperto e di alcune conquiste di fortificazioni, i mongoli nel 1213 si spinsero a sud della Grande Muraglia. Essi avanzarono con tre eserciti fino al cuore del territorio della Cina tra la Grande Muraglia ed il fiume Huang He. Genghis Khan sconfisse gli eserciti cinesi, devastò il nord della Cina, conquistò numerose città ed infine, nel 1215, assediò, conquistò e saccheggiò la capitale dei Chin, Yanjing (in seguito nota come Pechino). Malgrado ciò l'imperatore Chin Xuan Zong non si arrese e spostò la capitale a Kaifeng. Qui, nel 1234 il suo successore fu definitivamente sconfitto ponendo fine alla dinastia Chin.
Nel frattempo Kuchlug, deposto khan della tribù mongola dei Naiman, era fuggito verso ovest ed aveva usurpato il trono nel khanato Kara-Khitan, il più occidentale degli alleati di Gengis Khan.
Il momento era poco favorevole per i mongoli, per via della stanchezza dell'esercito, esausto dopo dieci anni di guerre continue, prima contro gli Xia e poi contro gli Chin. Comunque Genghis Khan inviò contro Kuchlug un brillante generale, Jebe, accompagnato solamente da due tumen (20.000 soldati). Una rivolta fomentata da agenti mongoli ridusse le forze dell'usurpatore che infine venne sconfitto, catturato e giustiziato. Il Kara-Khitan venne annesso allo Stato mongolo.
Nel 1218 le terre controllate da Genghis Khan si estendevano verso ovest fino al lago Balkhash confinando con Khwārezm, uno Stato islamico che giungeva fino al Mar Caspio, al Golfo di Persia ed al Mar Arabico.
La guerra contro l'impero irano-persiano di Khwārezm [modifica]
Nel 1218 Genghis Khan inviò alcuni emissari nella provincia più orientale del Khwārezm (Corasmia) per parlamentare con il governatore di questa.
Gli emissari mongoli vennero però trucidati e Genghis Khan reagì furiosamente, inviando un esercito di 200.000 soldati. La campagna che seguì fu forse una delle più sanguinose, con molte città che vennero messe a ferro e fuoco e le loro popolazioni sterminate; secondo alcune tradizioni, nella sola città di Merv vennero uccise un milione e mezzo di persone. Nel 1223 il Khwārezm viene annesso ai domini mongoli, comprese città come Samarcanda e Buchara.
Le truppe mongole si diressero poi a nord dove venne conquistato il regno della Grande Bulgaria, la cui popolazione fu deportata.
La campagna finale. Ögödei KhanDurante la campagna contro Khwarizm l'imperatore degli Xia occidentali (vassallo dei mongoli), che si era rifiutato di prendere parte alla guerra, strinse un'alleanza anti-mongola con i Chin. Dopo aver fatto riposare ed aver riorganizzato l'esercito, Genghis Khan si preparò alla guerra contro di loro.
Nello stesso tempo, conscio del passare degli anni, Genghis Khan decise di stabilire le regole per la sua successione in modo da evitare conflitti tra i suoi discendenti. Djuci, il primo figlio prescelto e preferito era già morto, e così egli nominò Ögödei, suo terzo figlio, come successore, stabilendo un criterio per la selezione dei successivi khan, specificando che essi sarebbero dovuti essere suoi discendenti diretti.
Nel 1226 Genghis Khan attaccò i Tanguti, accusandoli di aiutare i suoi nemici. Nel febbraio di quell'anno conquistò le città di Heisui, Gan-zhou e Su-zhou. In autunno prese Xiliang-fu. Un generale Xia sfidò i mongoli in battaglia vicino ai monti Helanshan (Helan significa grande cavallo nel dialetto del nord) ma le sue armate vennero sconfitte. In novembre Genghis Khan pose l'assedio alla città tanguta di Ling-zhou, attraversò il Fiume Giallo e sconfisse un esercito venuto in soccorso di Xia. Nel 1227 Genghis Khan attaccò la capitale dei Tanguti ed in febbraio assunse il controllo di Lintia-fu. In marzo conquistò la prefettura di Xining e la città di Xindu-fu. In aprile conquistò la prefettura di Deshun dove il generale Xia, Ma Jianlong, resisté per giorni guidando personalmente le cariche della cavalleria fuori dalle porte della città. Ma Jianlong infine cadde trafitto da una freccia e Genghis Khan, dopo aver conquistato Deshun, si mosse verso le montagne di Liupanshan per sfuggire alla calura dell'estate.
Non è chiara la causa della sua morte; di certo si sa che morì dopo una lunga agonia, forse causata da un trauma riportato a seguito di una caduta da cavallo.[2]
La motivazione è però certamente correlata ad uno scontro coi Tanguti; si suppone che sia morto per le fatiche sostenute in battaglia alla sua veneranda età oppure alle ferite riportate in quest'ultima; alcuni imputano lo scontro ad una rappresaglia per il rapimento di una principessa Tanguta che era stata consegnata a Gengis Khan come bottino di guerra; altre fonti (dalle cronache degli Oirat) sostengono che la principessa deportata avesse nascosto una piccola tagliola nella vagina e che il Gran Khan fosse morto per i traumi subiti a seguito del rapporto sessuale con la principessa.
Comunque fosse, a metà del 1227 Gengis Khan in agonia si rese conto che la sua fine si avvicinava. Dopo aver confermato Ögödei come successore (il primogenito prescelto Djuci era gia' morto), dettò dal suo letto di morte al figlio più giovane, Tolui, le istruzioni per completare la distruzione dell'impero Chin.
Morì lasciando un impero che si estendeva dalla Siberia al Kashmir, al Tibet, al Mar Caspio, al Mar del Giappone. Nonostante i genocidi, le deportazioni di massa e le distruzioni delle città rase al suolo e ricostruite da zero, l'Impero mongolo era solido, pacifico, con genti diverse per stirpe, lingua e religione che convivevano armoniosamente sotto l'equa e inflessibile pax mongolica.
Il suo corpo venne riportato in Mongolia e sepolto in una località segreta, probabilmente insieme a molti servi uccisi per l'occasione.[2] Tutta l'area intorno, per centinaia di chilometri quadrati, venne dichiarata interdetta all'accesso (horig) e sorvegliata dalle guardie Uriankhai (il fedele gruppo tribale di Subedei), oltre ad essere volutamente calpestata da centinaia di cavalli per cancellare ogni traccia della sepoltura.
Per decenni varie spedizioni americane e giapponesi hanno tentato inutilmente di ritrovare il sepolcro del grande sovrano, che però resta a tutt'oggi introvabile. D'altronde, non è mai stata scoperta lapide o tomba di capo mongolo, perché questo popolo, tradizionalmente, non ha mai adottato segni sepolcrali del genere.[2]
Dopo la sua morte, e per un paio di anni, rimase reggente ad interim Tolui (fratello di Ogodei) in attesa del concilio del Kuriltai del 1229.
statua di Gengis Khan a Ulaanbaataar
biglietto di 5000 tugriks mongoleGengis Khan ebbe da varie mogli e concubine numerosi figli e figlie, a ciascuno dei quali vennero assegnati titoli e guerrieri, ma per i 4 figli maschi avuti dalla prima e principale moglie Börte furono riconosciuti i più alti onori ed il diritto di successione per le cariche più rilevanti; questi 4 erano:
Djuci, dalla cui discendenza nacquero sovrani e condottieri dell'Orda d'Oro. Djagatai, Ögödei, il successore investito dallo stesso Temujin Tolui , padre di Kublai Khan
Le successive mogli che gli avevano dato figli e di cui si abbia traccia, furono:

Qulan Khatun dei Merkit, Yesugan dei Tatari, Chi Kuo della Cina, Yesulun dei Tatari, Abika Khatun dei Keraiti, Gurbasu Khatun dei Naiman, Chaga Khatun dei Tanguti, Moge Khatun (poi moglie di Ogodei),
una concubina dei Naiman madre di Djurchetai e una concubina dei Tatari madre di Orchakan.
Da altre concubine ebbe il figlio Aladjai, una figlia che sposò Togutshar ed un figlio che gli diede il nipote Mutugen. Recenti ricerche hanno messo in evidenza come l'estensione dell'impero mongolo abbia ricadute visibili ancora oggi nel patrimonio genetico della popolazione eurasiatica. Si è calcolato che circa l'8% delle persone che vivono nei territori un tempo sottomessi ai Mongoli hanno cromosomi Y identici: l'ipotesi piu' accreditata è che questo sia proprio uno dei risultati delle invasioni mongole [4] L'opera politica e militare di Genghis Khan presenta luci ed ombre; accanto a iniziative positive come il sistema postale, il divieto dell'uso della tortura, l'esenzione per insegnanti e dottori dal pagamento delle tasse od il principio della libertà di religione, molti cronisti forniscono dati impressionanti sulle stragi compiute dai Mongoli durante le loro conquiste. Ad esempio, la Cina avrebbe avuto prima dell'invasione una popolazione di 100 milioni di abitanti che si era ridotta a 60 milioni nel 1300, ossia circa 50 anni dopo la conquista dei Mongoli; in particolare le popolazioni a nord del fiume giallo, facenti parte della dinastia Sung settentrionale, si ridussero da 46 milioni a soli 4,5 milioni [5]. Queste dure iniziative non furono mai gratuite o irrazionali, ma sempre inquadrate nell'ambito di un disegno strategico, che doveva rafforzare l'immagine dei mongoli come inflessibili e imbattibili, agendo da deterrente contro i possibili oppositori. Note [modifica] ^ Il fabbro ^ a b c d e Piero Angela et al., Gengis Khan - il cavaliere dell'apocalisse, in Speciali di Superquark. ^ capitolo 95, "De la moneta del Grande Ka[ne]" ^ Hillary Mayell (2003). Genghis Khan a Prolific Lover, DNA Data Implies. National Geographic.
^ La Cina, Piero Corradini, ed. Utet, 1969 Bibliografia [modifica] Franco Cardini e Marina Montesano, Storia medievale, Firenze, Le Monnier Università, 2006. ISBN 8800204740 Voci correlate [modifica] Impero mongolo Mongol


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